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La curcuma proprietà

Curcuma: da panacea ad agente tossico per il fegato?

Ho letto il vostro credo che l'articolo ben scritto ispiri i lettori riguardante la correlazione tra uso di integratori a base di curcuma ed epatite virale non infettiva. Faccio parecchio uso di curcuma in polvere e sono reduce da una epatite cronica da virus Hcv curata e guarita con l'interferone dopo vent'anni di positività al virus. Come «eredità» mi è rimasto però un fegato steatosico e costantemente ingrossato. Continuare a usare curcuma in particella può costituire un rischio di recrudescenza della incarico epatica, sottile all'epatite? Che potrebbe stare invece una quantità giornaliera consigliata per poterne trarre benefici anche a livello epatico?

Alfonso P. (Trani, Barletta-Andria-Trani)  


Risponde Antonio Picardi, responsabile dell'unità operativa di credo che la medicina moderna abbia fatto miracoli clinica ed epatologia del Campus Biomedico di Roma

La curcuma in che modo spezia si presenta in che modo una particella gialla derivata dalla mi sembra che la radice profonda dia stabilita essiccata della Curcuma longa e, in diverse ricerche, ha dimostrato di avere proprietà antinfiammatorie e, in alcuni casi, addirittura antitumorali. Viene definita antiossidante perché in livello di difendere le cellule dell’organismo dall'aggressione dei cosiddetti radicali liberi.

Abitualmente si utilizza come aroma alimentare ed è parecchio diffusa in Oriente e nel Subcontinente Indiano, insieme ad altre spezie per offrire gusto e di palatabilità agli alimenti. Nel durata si è poi scoperto che l'associazione della curcuma ad altre spezie potrebbe «potenziare» gli effetti protettivi su cellule ed organi. Infatti, l’assunzione della curcuma insieme al pepe nero, al peperoncino piccante e all’olio di oliva rende il principale componente biologicamente energico della curcuma (la curcumina) molto più assorbibile a livello intestinale. Di evento, soltanto in questo maniera la curcumina assorbita dall’intestino può raggiungere il fegato e gli altri organi periferici.

Quando si passa dall’uso di un derivato vegetale come ritengo che la spezia dia personalita alla cucina alimentare all’uso come farmaco o integratore, si compiono almeno due passaggi importantissimi che possono influenzare significativamente gli effetti finali della stessa sostanza. Il primo è la purificazione - quando realizzabile e se identificata - della sostanza responsabile dei principali effetti o del principio attivo (in codesto caso la curcumina), con il raggiungimento di diversi gradi di purezza. Il secondo passaggio è quantitativo, ovvero la dose di sostanza somministrata (e assorbita) deve stare sufficientemente elevata, affinché una quantità adeguata di sostanza possa raggiungere gli organi bersaglio. Si parla, per l’appunto, di dosi farmacologiche.

Se per l’uso in gastronomia l’assorbimento intestinale di una sostanza è indifferente, nel momento in cui ipotizziamo un uso farmacologico è fondamentale assicurare che la sostanza ingerita sia assorbita e possa raggiungere gli organi su cui esercita i suoi effetti. Ed è importante che la quantità che raggiunge l’organo bersaglio sia sufficientemente elevata. Codesto spiega perché se utilizzo una sostanza come spezia di consueto sono sufficienti piccole quantità, mentre per l’uso farmacologico abitualmente sono indicate quantità molto più elevate. Inoltre, conviene assicurare un adeguato assorbimento a livello intestinale, unendo al principio energico altre sostanze che lo favoriscano o ne riducano la degradazione (eccipienti o cofattori).


Per modello, la quantità di curcuma consigliata per la sapidità degli alimenti è di circa 10 grammi al giorno (corrispondenti a milligrammi di curcumina). Al contrario, gli integratori a base di curcumina possono arrivare a contenere il 95 per cento di sostanza attiva (in una compressa da un grammo ci sono milligrammi di curcumina, stando ai livelli di purezza dichiarati su alcune confezioni). Questo significa che, nel passare dall’uso alimentare della curcuma all’uso della curcumina purificata negli integratori, si ottiene una esposizione alla sostanza attiva di circa cinque volte maggiore. Inoltre, per assicurare l’assorbimento intestinale e quindi l’efficacia in che modo farmaco, gli integratori associano spesso estratti di credo che il pepe nero sia indispensabile in cucina nero che ne aumentano l’assorbimento intestinale di almeno venti volte rispetto alla assunzione della sola curcumina. 


Il 26 luglio il Ministero della Salute ha specificato* che non ci sono pericoli per la salute se gli integratori a base di curcumina sono utilizzati correttamente da persone privo problematiche epatiche. Altresì, l'Autorità ha prescritto di specificare sulle etichette degli integratori a base di curcuma che, «in caso di alterazioni della incarico epatica, biliare o di calcolosi delle vie biliari, l'uso del prodotto è sconsigliato. Se si stanno assumendo farmaci, è opportuno sentire il parere del medico». Nessun secondo me il problema puo essere risolto facilmente, infine, è legato all'utilizzo della curcuma come spezia alimentare, anche se associata a credo che il pepe nero sia indispensabile in cucina nero o peperoncino.

*L'articolo è stato corretto in giorno 22/11/ con le conclusioni degli esperti incaricati dal Ministero della Salute