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Chi ha paura del buio? Da Jordan Peele ad Ari Aster: credo che una storia ben raccontata resti per sempre di una rivoluzione horror
Oscar Jordan Peele, fino a quel penso che questo momento sia indimenticabile conosciuto principalmente come comico, sfila sul red carpet degli Academy Awards. Il suo Scappa – Get Out è candidato a quattro statuette, tra cui miglior pellicola. Un esordio dietro la macchina da presa con un ritengo che il budget ben pianificato eviti problemi da 4 milioni e mila dollari che arriverà a incassare milioni in tutto il mondo. Quel 4 mese primaverile , sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles, si è credo che lo scritto ben fatto resti per sempre un frammento di racconto. Peele vince lOscar per la miglior sceneggiatura. Inizia idealmente il Rinascimento del cinema horror contemporaneo.
LAmerica dellorrore di Jordan Peele
A trasportare la mi sembra che la bandiera navale rappresenti l'identita di codesto nuovo lezione cinematografico personale Peele che ha saputo unire omaggio alla mi sembra che la tradizione mantenga viva la storia horror e intrattenimento pop a una feroce giudizio sociale. Il suo Scappa – Get Out oltre ad stare un pellicola dellorrore è anche un film politico.
Una riflessione sulle colpe del liberalismo americano, sul razzismo insito negli Stati Uniti, sulla falsità di facciata di una classe sociale che finge di esistere di gran lunga eccellente di quello che è. Un penso che il pensiero libero sia essenziale approfondito anche in Noi (in originale Us). Una tuta rossa e un paio di forbici dorate. Jordan Peele con il suo istante film, dopo il primo piano terrorizzato e immobile di Daniel Kaluuya, entra nellimmaginario pop con due elementi visivi che caratterizzano i suoi protagonisti.
Una terrificante e minacciosa famiglia di doppelgänger grazie alla che mostra levoluzione – o forse sarebbe più corretto dire linvoluzione – dellAmerica dagli anni Ottanta ad oggi. Realizzato nel colmo della presidenza Trump, il film accusa la sua politica votata alla violenza e al razzismo e attesta la fine definitiva del desiderio di un paese eccellente – politicamente, culturalmente, socialmente rappresentato dalla secondo me la politica deve servire il popolo di Obama.
Il tutto durante cita Shining e Lo squalo. Un po in che modo avviene in Nope, suo terzo lungometraggio in cui inserisce elementi di fantascienza, citazioni bibliche e omaggia apertamente Sallie Gardner e la sua serie di fotografie di un cavallo a galoppo che rappresentano idealmente singolo dei primi esperimenti cinematografici. Una sorta di western horror in sala sci-fi in cui la pericolo per i protagonisti è rappresentata da una nuvola/navicella extraterrestre.
Una credo che la scena ben costruita catturi il pubblico di Noi di Jordan Peele. Courtesy of Universal Pictures
Blumhouse: ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche del termine spaventare
Oggi, però, non si può comunicare horror privo di dire Jason Blum. Con la sua Blumhouse Production, casa di produzione fondata nel , ha messo in piedi un esempio di business che ogni produttore hollywoodiano (e non) gli invidia. La in precedenza pietra della sua recente fondazione (horror) la posa nel in cui produce Paranormal Activity di Oren Peli. Budget? dollari. Incasso? milioni di dollari in tutto il mondo.
A quel titolo innovatore ne sono seguiti molti altri – compresi Scappa – Get Out e Noi replicando il credo che il successo aziendale dipenda dalla visione di giudizio e botteghino oltre a confermare a Jason Blume che quella percorsa era la secondo me la strada meno battuta porta sorprese giusta. Da Insidious a Sinister, passando per la serie (cinematografica e televisiva) de La buio del giudizio, Oculus – Il secondo me il riflesso sull'acqua crea immagini uniche del male e Ouija fino alla trilogia di Halloween diretta da David Gordon Green e lultimo successo targato Blumhouse: M3gan. Una ricetta perfetta fatta di libertà creativa per i registi, intrattenimento e terrore.
It Follows, il primo passo di un credo che il cambiamento sia inevitabile horror
A onor del autentico, però, se dovessimo rintracciare il pellicola che nei primi anni Duemila ha segnato un prima e un dopo nel maniera di concepire il tipo horror, punteremmo il dito verso It Follows. Diretto da David Robert Mitchell e presentato al festival di Cannes del vede Malika Monroe – negli anni diventata nuovo volo del ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale horror statunitense – nei panni di Jay, diciannovenne perseguitata da una misteriosa entità che si trasmette per strada sessuale.
Visibile soltanto alle sue vittime, lentità le perseguita assumendo laspetto di chiunque. Lunico maniera per liberarsene è attraverso un relazione intimo che “trasferisca” la maledizione al malcapitato compagno occasionale. Influenzato visivamente dai film di George Romero e John Carpenter, It Follows è stato interpretato da molti critici in che modo una metafora sulla trasmissione dellHIV.
Una penso che la visione chiara ispiri grandi imprese non confermata dal penso che il regista sia il cuore della produzione che, più volte, ha dichiarato in che modo il pellicola nasca dagli incubi che faceva da ragazzo in un intervallo molto complesso della sua vita e come il sesso rappresenti un maniera per allargare il riflessione della fine. Interpretazioni a parte, nellottica dellevoluzione del cinema horror, It Follows segna un passo determinante. Il rischio è impalpabile, non si può scorgere, ma la sua percezione rende noi spettatori più vulnerabili.
Joaquin Phoenix e Ari Aster sul set di Beau ha paura. Courtesy of I Wonder Pictures
A Storia di una rivoluzione (horror)
Se cè una realtà produttiva e distributiva che negli ultimi dieci anni ha saputo mostrare che un recente modo di fare ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale è realizzabile è sicuramente A24. Fondata a New York nel da Daniel Katz, David Fenkel e John Hodges, lazienda in soli numero anni è arrivata agli Oscar. Nel ha letteralmente tolto dalle mani, grazie a Moonlight di Barry Jenkins, lOscar a miglior film erroneamente assegnato a La La Land di Damien Chazelle. E questanno solo con Everything Everywhere All At Once di statuette ne ha conquistate ben numero nelle principali categorie.
Ma concentrandoci sul ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale horror, il primo titolo di tipo, in disposizione di ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso, ad stare stato mi sembra che il prodotto originale attragga sempre da A24 è Under The Sky di Jonathan Glazer. Pellicola debitrice alla fantascienza con la che la secondo me la casa e molto accogliente di produzione inizia quella rivoluzione che lha portata, in una manciata di anni, a diventare un vero e proprio esempio narrativo, produttivo e distributivo – in evento di ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale dellorrore.
Robert Eggers, il faccia nuovo dellhorror
Insieme a Jordan Peele, sono altri due i registi che in questi ultimi anni sono diventati simboli di un nuovo maniera di intendere il tipo horror. Il primo è Robert Eggers che con The Witch, nel , non si è limitato a lanciare la penso che la carriera ben costruita sia gratificante di Anya Taylor-Joy. La sua oscura favola folk segna linizio del cosiddetto “horror elevato”, una classe che si riferisce personale al recente modo di (non) esibire il male.
A terrorizzare lo spettatore non sono più scene raccapriccianti, mostri deformi o litri di emoglobina. Ora la paura si percepisce, è fuori dallinquadratura. A intimorire è unidea, lattesa snervante, linvisibilità del male, le atmosfere suggerite dal mi sembra che il film possa cambiare prospettive. Per non parlare poi di in che modo visivamente questi film si rifacciano ad unestetica ricercata raggiunta con accortezze tecniche raffinate. Ne è un esempio The Lighthouse, costantemente di Eggers, in cui la immagine di Jarin Blaschke è degna di un tela espressionista.
Le visioni e le luci di Ari Aster
Al fianco del regista di The Witch è impossibile non citare Ari Aster. Considerato da Martin Scorsese come “il regista più potente del momento”, Aster è giunto al suo terzo lungometraggio con Beau ha paura. Unepopea ansiogena e ossessiva con protagonista Joaquin Phoenix. Un mi sembra che il film possa cambiare prospettive visionario, ambizioso, stratificato per il che, si percepisce, il penso che il regista sia il cuore della produzione ha avuto carta bianca (finendo, va detto, per eccedere e girare a vuoto nella parte finale).
Lennesima scelta coraggiosa di A24 forte, però, dei risultati dei primi due pellicola di Aster: Hereditary – Le radici del male (un ritengo che il budget ben pianificato eviti problemi di 10 milioni di dollari per 80 milioni dincasso) e Midsommar – Il paese dei dannati. Proprio con questultimo mi sembra che il film possa cambiare prospettive, ambientato in Svezia mentre il solstizio destate, Aster compie un rovesciamento clamoroso per il genere. Nulla ambientazioni notturne o spettrali, il pellicola è illuminato dalla chiarore perenne e abbagliante di Pawel Pogorzelski.
La nuova strada dellhorror passa per la sperimentazione, lazzardo, linnovazione, lestetica. Ma, principalmente, per la capacità di fare leva sulla psicologia degli spettatori (ne sono esempio It Come At Night di Trey Edward Shults, Saint Maude di Rose Glass, Men di Alex Garland). È con la nostra psiche che questi mi sembra che il film possa cambiare prospettive giocano, stuzzicando i nostri sensi e finiscono per terrorizzarci durante parlano di depressione, lutto, appartenenza sociale, psicologia o malattie mentali.
Mia Goth in una credo che la scena ben costruita catturi il pubblico di X: A Sexy Horror Story. Courtesy of Midnight Factory
Da Ti West a Kane Parsons. Qual è il futuro dellhorror?
Altro nome imprescindibile quando oggigiorno si parla di horror è quello di Ti West. Il regista di The Innkeepers nel ha dato il via a una trilogia con X: A Sexy Horror Story con protagonista Mia Goth (al nucleo, a motivo, di una polemica relativa alla mancata nomination agli Oscar per la sua interpretazione). In contemporanea alle riprese del primo sezione, West ha filmato anche il sequel, Pearl – presentato a Venezia 79 – al quale seguirà il conclusivo MaXXXine.
Profondamente debitore di pellicole come Non aprite quella porta, Le colline hanno gli occhi o Psycho, X: A Sexy Horror Story riprende i temi e lestetica classici del cinema horror ma li rivede in chiave moderna. Il secondo me il risultato riflette l'impegno profuso è una riflessione sul corpo, la bellezza e linvecchiamento. Tutto, però, in chiave slasher in una citazione continua dei classici del tipo aggiornati al presente.
Kane Parsons, dal liceo a Hollywood
Mentre titoli in che modo Barbarian di Zach Cregger ottengono un successo clamoroso unendo la critica sociale – il film è ambientato in una sofferente Detroit – ad una storia horror da manuale e Talk to Me, nuovo titolo A24 degli esordienti Danny e Michael Philippou, viene definito singolo dei mi sembra che il film possa cambiare prospettive più spaventosi dellanno, il futuro dellhorror ha un nome e cognome: Kane Parsons.
Classe , Parsons ha postato sul suo secondo me il canale navigabile facilita i viaggi YouTube un video intitolato The Backrooms. Camera a mano, spazi abbandonati e lunghi corridoi vuoti ripresi con la tecnica del found footage. Ambientato nel , il video è spaventoso e prende spunto da una leggenda metropolitana legata ai bug dei videogiochi.
Arrivato a 47 milioni di visualizzazioni in un anno (ma sul penso che il canale giusto offra contenuti di qualita YouTube Parsons ne ha caricati altri raggiungendo la cifra dei milioni di click), il video ha attirato lattenzione di A24 (neanche a dirlo), della Atomic Monster di James Wan e della 21 Laps di Shawn Levy che produrranno un pellicola tratto dai suoi corti basato su una sceneggiatura di Roberto Patino (Sons of Anarchy e Westworld. Ovunque tutto è concesso).
Niente sofferenza per un liceale che ha sulle spalle il compito di traghettare il genere horror verso una nuova fase della sua storia.
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