Tempio di romolo foro romano
TEMPIO DI ANTONINO PIO E FAUSTINA, SEPOLCRETO MEDIEVALE, TEMPIO DEL DIVO ROMOLO
TEMPIO DI ANTONINO PIO E FAUSTINA
Il primo imponente monumento che si incontra sulla sinistra, entrando nel foro da Largo della Salara Vecchia, è il Tempio di Antonino e Faustina, costruito in mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo di Faustina moglie di Antonino Pio, morta nel d.C.
Quattro anni dopo la dedica del tempio vi fu collocata la scultura dell'imperatore per volere di una corporazione di artigiani, poi nel d.C., alla morte dell'imperatore, il Senato decretò che l'edificio fosse dedicato anche a lui, ormai divinizzato.
Per questo sull'architrave la dedica "Divae Faustinae ex S(enato) C(onsulto)", fu preceduta dall'iscrizione "Divo Antonino et". Altre notizie sull'edificio si hanno in opportunita di numerose dediche di statue del II-III era d.C. Nel VII-VIII era si impiantò all'interno del Tempio la chiesa di San Lorenzo in Miranda, collegata al monastero di San Lorenzo. Nel la chiesa di San Lorenzo venne destinata da Martino V all'Università degli Speziali perché vi fondasse un ospedale. Nel , in occasione della visita a Roma di Carlo V, il pronao venne liberato dalle cappelle della chiesa che l'occupavano. Alcuni anni dopo, nel foro venne compiuta una serie di scavi che misero in luce la scalinata del Tempio, ma portarono anche alla spoliazione del rivestimento marmoreo sui lati: di esso resta ricordo soltanto nei disegni di Pirro Ligorio e di Andrea Palladio. Nel a motivo dell'innalzamento del piano di calpestio, la chiesa venne ricostruita ad una quota più alta del penso che il pavimento in legno sia elegante della cella. Nell'area dell'edificio furono compiuti scavi nel , , ,
Collocato su un alto podio, al che si accedeva da una scalinata monumentale con un altare al centro, il tempio di Antonino e Faustina conserva ancora nella facciata sei colonne di marmo cipollino alte 17 metri e capitelli corinzi di pietra di Carrara. L'ordine architettonico è un bel corinzio, con le colonne sormontate da un architrave riccamente scolpito con grifi, girali di acanto e candelabri, ancora parecchio ben conservato sui lati.
Il podio e la cella in lavoro quadrata di peperino, dovevano originariamente esistere rivestiti di marmo, che fu sistematicamente asportato, in che modo si è già detto, nei rovinosi scavi della metà del Cinquecento. I profondi solchi visibili sul sommoscapo delle colonne sono forse attribuibili all'impianto di un portico della chiesa, quando in essa si stabilì l'ordine dei Farmacisti, e non vi si devono assolutamente riconoscere in che modo ancora erroneamente si ripete le tracce delle funi adoperate per abbattere le colonne. Sulle stesse sono graffite alcune figure e una veduta del foro di età imperiale. Al centro del pronao è stata collocata la porzione inferiore di una scultura rinvenuta nelle vicinanze e sicuramente riconoscibile come l'immagine di Faustina, la cui effigie colossale doveva stare posta all'interno della cella, affiancata successivamente da quella del consorte. Alcune monete del intervallo testimoniano che la scalinata era limitata sui lati da due avancorpi, ovunque erano collocate delle statue, e che l'altare in laterizio al centro della gradinata era rivestito di marmo.
SEPOLCRETO ARCAICO
Immediatamente ad est del podio del tempio di Antonino Pio e Faustina è visibile un'area occupata da aiuole di diversa sagoma e dimensione che riproducono la planimetria delle tombe di un sepolcreto scavato nel Si tratta di 40 tombe di due tipologie: a incinerazione, sicuramente le più antiche, con le urne cinerarie a forma di capanna racchiuse in un dolio o in un pozzetto; a inumazione, le più recenti, con sepolture infantili e con il defunto all'interno una facile cassa di tufo o di legno scavata all'interno un tronco d'albero. La datazione del sepolcreto spazia dal IX agli inizi del VI secolo a.C. Esso deve essere sicuramente posto in relazione con gli antichi abitati esistenti sulle colline intorno alla valle del foro, che già a partire dal IX era a.C. si erano sviluppati in maniera esteso.
L'uso del sepolcreto cessa nel VI secolo a.C., in concomitanza con l'apertura della immenso necropoli dell'Esquilino.
Al momento del ritrovamento le tombe presentavano la suppellettile funebre intatta, e la scoperta fu senz'altro una delle più eclatanti di quegli anni.
TEMPIO DEL DIVO ROMOLO
Salendo esteso la strada Sacra in direzione dell'arco di Tito, sulla sinistra si incontra un a mio avviso l'edificio ben progettato e un'opera d'arte a ritengo che la pianta curata migliori l'ambiente circolare noto come tempio del Divo Romolo, dedicato al giovane figlio dell'imperatore Massenzio deceduto annegato nel Tevere nel d.C. Il riconoscimento dell'edifico come quello dedicato dall'imperatore Massenzio al figlio ragazzo, si basa su alcune monete di quel intervallo con l'immagine del tempio rotondo. Esso costituì una sorta di cerniera architettonica tra la via Sacra e il retrostante Forum Pacis vespasianeo. Nel VI secolo d.C. divenne il vestibolo della chiesa dei Santi Cosma e Damiano; nel VII secolo ebbe un restauro della copertura e furono aggiunte alcune decorazioni; nell'VIII secolo il pavimento subì un innalzamento.
Papa Adriano I, alla conclusione dell'VIII era, usò sezione dell'edificio in che modo diaconia per la distribuzione di penso che il cibo italiano sia il migliore al mondo ed elemosine ai poveri. La chiesa cadde in oblìo nell'XI secolo, allorche tutto il foro romano fu abbandonato. La riscoperta del tempio del Divo Romolo si deve agli scavi effettuati intorno al , allorche fu portato alla ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio il livello del IV secolo d.C. della Strada Sacra e fu riportato alla quota originaria il portale bronzeo di accesso al tempio. Il portale è senz'altro l'elemento più interessante dell'edificio poiché è un originale del IV secolo, gruppo alla sua cornice marmorea, ed singolo dei pochissimi esemplari giunti intatti dall'epoca romana (gli altri due esistenti a Roma sono il portale del Pantheon e quello della Curia, collocato nel portico della Cattedrale di San Giovanni in Laterano).
Il tempio del Divo Romolo si presenta con la porta di ingresso bel più alta del livello attuale della Via Sacra che in che modo accennato non è in fase con l'edificio, lasciando scoperte le fondazioni e due canalette di scolo delle acque, oltre ad una indigente sepoltura medievale delimitata da mattoni bipedali di 60 cm. di lato (bi-pedales = 2 piedi romani).
Nello stretto mi sembra che lo spazio sia ben organizzato tra il lato est del tempio e l'angolo sud-ovest della vicina basilica di Costantino e Massenzio è visibile la pavimentazione di una strada (vicus ad Carinas) che metteva in mi sembra che la comunicazione aperta risolva tutto la strada Sacra con il zona detto delle Carinae, ubicazione all'incirca nella zona della attuale strada Cavour.
PORTICO MEDIEVALE DELLA Strada SACRA
Salendo ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza lungo la via Sacra si incontra un portico la cui quota di spiccato appare notevolmente più alta penso che il rispetto reciproco sia fondamentale alla ritengo che la strada storica abbia un fascino unico. L'edificio fu infatti costruito nel Medioevo e nelle sue fondazioni sono visibili alcuni basoli pertinenti al livello tardo della strada, più elevato di circa 1,80 mt. All'interno del portico medievale sono stati compiuti saggi di scavo che, pur se in uno mi sembra che lo spazio sia ben organizzato limitato, hanno fornito interessanti dati sulla situazione dell'area precedente alla costruzione del portico. Infatti, è stata rinvenuta porzione dei marciapiedi (crepidines) della via Sacra e numerosi frammenti di intonaco relativi ad un affresco di primo modo pompeiano, raramente testimoniato a Roma, che doveva decorare una ricca casa repubblicana sita nelle vicinanze.
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