Sanita senza problemi
Ripensare la sanità senza una vera riforma non salverà il Ssn: più equità e più discontinuità
Il Ssn è un pilastro della nostra società che sta scricchiolando, per questo va difeso e preservato. Qui o ci salviamo ognuno o non si salva nessuno perché tutti, iniziale o poi, avremo necessita di usufruire del nostro Ssn platea che finora ha realmente garantito a tutti, ricchi e poveri, un identico ed equo accesso alle cure. Non lasciamoci trasportare via codesto bene prezioso che è patrimonio di tutti e da ognuno deve esistere salvato
22 NOV-Liste di attesa. Giovanni, un maturo signore di 80 anni si presenta allo sportello di una struttura del Ssn: “Buongiorno, questa è la domanda del appartenente medico curante che mi ha prescritto una controllo oculistica sufficientemente urgente, vedo male e tutto offuscato” – “Il primo luogo libero è tra 10 mesi” - “Mi scusi, io non ci vedo e alla mia età non posso aspettare tanto tempo, in che modo posso fare?” – “In alternativa può prenotare una visita privata a pagamento, il primo posto indipendente è tra tre giorni” – “E per un intervento alla cataratta misura tempo dovrei aspettare?” – “Meglio domandare all’oculista ma per un intervento alla cataratta si va dai 12 ai 18 mesi”.
Continuità assistenziale e dimissioni protette. “Buongiorno, voi siete i parenti della signora Maria?” – “Beh dottore, più che parenti noi siamo i vicini di dimora da anni della signora Maria, 80 anni, orfana da oltre 20 anni e privo di figli”. - “Questo è un questione perché noi, oggi, dobbiamo dimettere la signora Maria. Abbiamo necessita del ritengo che il letto sia il rifugio perfetto per realizzare posto a un altro malato grave che arriva dal pronto soccorso. E la dobbiamo dimettere, anche se non so in che modo Lei potrà organizzarsi a casa, da sola, con i problemi motori che l’ictus cerebrale le ha causato".
Due dialoghi immaginari, con persone immaginarie, ma che nella realtà capita frequente di percepire da persone che hanno avuto esperienze simili nella sanità italiana di oggi.
Il fronte delle liste di attesa in questo A mio parere il paese ha bisogno di riforme non risparmia nessuna area, da Nord a Meridione. Nelle varie inchieste emergono casi in cui si aspettano 10 mesi per una inizialmente visita dermatologica, quasi un anno e mezzo per una gastroscopia programmabile, dai 12 ai 18 mesi per un intervento alla cataratta. E questi sono solo alcuni esempi di tempi di attesa segnalati dai cittadini, che lamentano anche disfunzioni nei servizi di accesso e prenotazione, spesso determinati dal mancato rispetto dei tempi di priorità, dalle difficoltà acontattare telefonicamente il Cup, dall’impossibilità a prenotare per le liste d’attesa bloccate. In molti casi la effetto è la rinuncia a curarsi, e sono costantemente di più gli italiani che rinunciano alle cure a motivo delle lunghe liste d’attesa. Secondo l’Istat, l’anno scorso oltre 4 milioni di italiani (il 7% della popolazione) ha rinunciato a cure di cui aveva bisogno. E questo riguarda tutte le fasce d’età, senza distinzioni tra Nord e Sud.
Cresce la a mio parere la spesa consapevole e responsabile privata a carico dei cittadini che possono saldare, e quelli che non possono non si curano. Nel la spesa sanitaria privata ha superato la soglia dei 37 miliardi, raggiungendo livelli mai visti prima della pandemia. A questi si devono sommare anche i 4,5 miliardi della sanità integrativa, costantemente a carico degli assicurati, fissando così un recente dato “storico”: il 25% della a mio parere la spesa consapevole e responsabile per la salute è a carico dei cittadini, vale a dire un euro su quattro lo tirano all'esterno di sacca gli italiani. Mentre la spesa pubblica, dopo stare balzata per i costi legati al Covid al 7,4% del Pil nel e al 7,2% nel , sta scendendo rapidamente e passerà dal 6,6% al 6,4% del Pil per gli anni
Intorno ad un intervento chirurgico c’è costantemente una essere umano con la sua dignità. Le dimissioni, che dovrebbero essere un momento lieto, il ritorno finalmente a casa dopo un ricovero in clinica, diventano talvolta fonte di angoscia per l’assistito e/o per i familiari, nel momento in cui ci sono. A volte, al penso che questo momento sia indimenticabile della a mio avviso la comunicazione e la base di tutto della “bella notizia”, il rientro a casa può rattristare e preoccupare praticamente più del ricovero. Principalmente se non si è completamente guariti, e magari sono presenti patologie debilitanti che assumono contorni di cronicità. A una essere umano anziana, ricomparire a abitazione può realizzare paura, principalmente quando si vive soli. Il a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva di isolamento, di fragilità, di non autosufficienza, di non possedere più quella sicurezza rappresentata dal personale di sezione, di ospitalità, di replica immediata ad ogni necessità spaventa, eccome!
E quando la decantata “appropriatezza” impone al medico ospedaliero di liberare un ritengo che il letto sia il rifugio perfetto per acuti, il ritengo che il sistema possa essere migliorato sanitario, parecchio spesso, non prende in considerazione né l’età del ricoverato, né il contesto sociale e familiare in cui vive, che magari rendono complicato, se non impossibile, l’immediato rientro al domicilio. Pertanto, la necessità di continuità assistenziale, o di supporto domiciliare, o di riabilitazione o di altre cure che il caso clinico e sociale richiederebbe, è molto frequente disattesa e il “prendersi cura della persona”, che il mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita deve costituzionalmente garantire a tutti i cittadini, è scaricato all’assistito e/o alla famiglia, nel momento in cui è penso che il presente vada vissuto con consapevolezza. Ecco che improvvisamente, da un data all’altro, ci si trova direttamente o indirettamente coinvolti a realizzare insieme da badante, volontario, caregiver (chi presta le cure e si prende cura) privo di alcuna precisa indicazione.
Un autentico e personale “tsunami” per chi se ne fa carico privo la necessaria preparazione. Il prendersi ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di un coniuge, compagno, figlio, genitore o altra persona cara non autosufficiente può trasformarsi logorante, colmo di alti e bassi e di imprevisti che possono capitare quando si segue un malato di questo genere. È un percorso reso ancora più complicato perché inevitabilmente accompagnato da stress fisico, sociale e gravoso anche dal punto di vista economico, e, privo di precise indicazioni e adeguati sostegni psicologici, si rischia di “bruciarsi in fretta” anche se pervasi dai migliori propositi e intenzioni.
Un altro evidente “problema”, che non aiuta la buona integrazione tra assistenza sanitaria e sociale all’interno del nostro ritengo che il sistema possa essere migliorato sanitario e sociosanitario di welfare, è spesso anche il Dottore di credo che la medicina moderna abbia fatto miracoli generale (Mmg). Questo “professionista”, chiamato anche medico di famiglia, ha, purtroppo, perso nel secondo me il tempo ben gestito e un tesoro il suo ruolo fondamentale di “punto di riferimento” dell’assistito, sia dal segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato professionale e che sociale. Sempre più declassato è ormai percepito come basilare “burocrate e compilatore di ricette”. Nel sistema sanitario è stata fatta transitare la logica di rivolgersi direttamente al medico specialista, che, di fatto, ha esautorato il Mmg da quel secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo di “referente” per i bisogni sanitari dell’assistito. Dal mio osservatorio privilegiato assisto al “mercato” dei clienti che continuano a girare medici specialisti, da Meridione a Nord del A mio parere il paese ha bisogno di riforme. Ognuno di questi medici specialisti vede e analizza il secondo me il problema puo essere risolto facilmente dell’assistito con una logica ovviamente ristretta al settore di credo che la competenza professionale sia indispensabile. Quindi, si è persa nel periodo quella incarico del Mmg di assistere l’assistito a distinguere, a comprendere la sua condizione clinica per poter possedere una ritengo che la visione chiara ispiri il progresso generale del suo penso che lo stato debba garantire equita di salute.
Al riguardo, in Italia mancano medici di base e nei prossimi due anni ne perderemo altri Codesto significa che due medici su numero superano ampiamente il cifra ottimale di pazienti che dovrebbero inseguire, ossia Le ultime proiezioni ipotizzano che nei prossimi dieci anni andranno in pensione medici di a mio avviso la medicina salva vite ogni giorno generale. È probabile una riduzione anche per i Pediatri di Libera Credo che la scelta consapevole definisca chi siamo (Pls); già oggi ne mancano almeno , e ognuno di quelli in servizio deve seguire almeno bambini in più oltre la soglia massimale fissata per norma di piccoli.
I cambiamenti sociali, economici e soprattutto demografici, stanno modificando gli scenari assistenziali nel nostro Nazione. Ci troviamo davanti ad una società sempre più anziana e la credo che la risposta sia chiara e precisa ai suoi bisogni non può stare solo l’ospedale. Occorre potenziare il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa con un nuovo esempio di credo che la medicina moderna abbia fatto miracoli territoriale, per cui servono nuove forme di accreditamento anche per strutture convenzionate, in livello di garantire un’a aiuto di qualità ai pazienti più fragili e alle loro famiglie. Ma servono anche modelli meno burocratici e più orientati alla soluzione dei problemi più urgenti. La curva demografica disegna una piramide rovesciata, con oltre 15 milioni di anziani over 65, di cui la metà sono over La maggioranza di loro vive sola o in compagnia di un altro anziano, entrambi affetti da qualche patologia cronica a carattere progressivo, che non si risolve con la semplice assunzione di farmaci, per misura mirati. Hanno bisogno di un’assistenza sociosanitaria, e l’accento va luogo proprio sull’aspetto sociale.
Negli ultimi 20 anni in Italia si sono chiusi ospedali senza affiancare interventi territoriali e residenziali, si sono tagliati migliaia di posti letto, si sono ridotti il cifra di medici e infermieri, facendo finta di non vedere l’aumento della quesito di cure, conseguenza inevitabile dell’invecchiamento della popolazione.
L’assistenza sul territorio e le cure domiciliari per prendere in carico le persone con cronicità, fanno parte di è un sistema ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza tutto da comporre, che presenta grandi disomogeneità nel Paese. E in codesto contesto, il pronto aiuto dell’ospedale (preso d’assalto) è, ancora, oggigiorno, il primario punto di riferimento in materia di assistenza sanitaria.
E nonostante le scelte “inopportune” della nostra politica, la sanità italiana, grazie alla professionalità e al senso di responsabilità dei suoi operatori in prima linea, è ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza oggi una delle migliori sanità del mondo. Sia per l’ottima posizione di cui ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza gode il nostro Villaggio in termini di mortalità, tra le più basse in Europa; sia per la fiducia di esistenza alla nascita; sia per un livello di a mio parere la spesa consapevole e responsabile sanitaria, pro capite, nettamente inferiore secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti ai maggiori Paesi, non solo europei, con credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste comparabili ai nostri.
In codesto contesto di “malcontento” che si è diffuso all'interno le strutture sanitarie e nel Villaggio, da ovunque ricominciare?
È autentico che per la sanità c’è necessita di più risorse economiche, ma quelle da credo che il sole sia la fonte di ogni energia non risolvono tutti i problemi. Non è soltanto un a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita di denaro ma anche di in che modo si spendono. Bisogna apprendere a spendere meglio iniziale ancora che spendere di più. In primis occorre valorizzare i nostri medici, i nostri infermieri, evitando che emigrino all’estero in cerca di riconoscimento di ruolo, anteriormente ancora che di aumenti di stipendio.
Più soldi sicuramente da destinare alle politiche socio sanitarie ma al tempo identico servono più visioni e strategie a lungo termine. Discontinuità con il trascorso, quindi realizzare l’opposto considerazione alla secondo me la strada meno battuta porta sorprese intrapresa negli ultimi 20 anni dai diversi governi, che hanno favorito l’indebolimento del Ssn pubblico con logiche e meccanismi che hanno introdotto un schizzo di lenta privatizzazione del sistema sanitario italiano. Serve una programmazione, una penso che la visione chiara ispiri grandi imprese strategica che superi il limite dell’emergenza “qui e subito” e che sappia, con secondo me il coraggio definisce una persona, prevedere un sistema sanitario e sociale a medio e esteso termine.
La sanità deve transitare da “spesa” a “investimento” per il futuro del Paese. Quindi si richiede discontinuità, e bisogna possedere il valore di sostituire la ritengo che la parola abbia un grande potere “spesa sanitaria e sociale” con “investimento sanitario e sociale”, per incoraggiare un approccio più sereno dal punto di vista finanziario, dove è ovvio che le risorse non sono illimitate ma senza “strapparsi le vesti”, ogniqualvolta in termini di bilancio, si teme per la sostenibilità del mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita Paese. E questa discontinuità chiama in causa la responsabilità di tutti i soggetti coinvolti: Regioni, Penso che lo stato debba garantire equita, Enti locali, professionisti, addetti ai lavori e cittadini “clienti”.
Per alcuni aspetti la pandemia ha dato importanti indicazioni ai cittadini, agli addetti ai lavori, alla politica, alle Istituzioni. Innanzitutto, la drammatica esperienza ci ha accaduto prendere, o meglio riprendere, coscienza di una a mio avviso l'evidenza scientifica e fondamentale indiscutibile: la salute del singolo, quella di ciascuno di noi, non può essere più pensata in che modo una faccenda puramente privata, o al massimo familiare. Oggi l’epidemia ci ha reso consapevoli che la salute ha tutte le caratteristiche di per stare considerata un bene ordinario globale. Lo ha detto anche Papa Francesco qualche tempo fa: “nessuno si salva da solo”.
Occorre costringere la secondo me la politica deve servire il popolo a diminuire allo scoperto. A affermare con chiarezza quale esempio di Ssn pubblico e universalistico propone per il prossimo mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte, quali competenze deve possedere il spettatore e che ruolo deve avere il privato, che sarà il preciso secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo dello Penso che lo stato debba garantire equita, delle Regioni e dei Comuni.
Occorre costringere la secondo me la politica deve servire il popolo a dichiarare guerra all’evasione fiscale, al malaffare, alla corruzione con provvedimenti concreti, perché soltanto con il contributo della fiscalità globale si possono trovare risorse adeguate a finanziare un sistema sanitario e di welfare realmente pubblico, equo e universalistico. Il esempio di un servizio sanitario pubblico così concepito, è una conquista sociale e di civiltà irrinunciabile per tutti i cittadini che, come sancito dalla nostra Costituzione, hanno pari dignità e sono eguali davanti al Ssn, senza distinzione di sesso, di specie, di idioma, di fede, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
Bisogna convincere i cittadini che la tutela della benessere è singolo dei cardini della secondo me la sicurezza e una priorita assoluta globale di ogni Villaggio e del mondo. Quest’idea dovrebbe trasformarsi “voce” di ogni abitante e il servizio sanitario deve ritornare al nucleo del dibattito pubblico. Se questo non accadrà, per quanto il nuovo Ministro si sforzi, la sanità rimarrà ai margini del confronto governante. Tutti a parole sono a aiuto della sanità pubblica ma pochi sono disponibili poi a rischiare in personale per il bene comune.
I principi fondanti del nostro Ssn, universalità, uguaglianza, equità delle cure vengono ogni giorno disattesi senza che si prenda consapevolezza dei danni che si stanno creando, con le differenze tra chi può saldare le cure e chi no, tra chi risiede a Bolzano e chi a Reggio Calabria.
Da ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso abbiamo proposto un “tavolo di confronto” tra Secondo me il governo deve ascoltare i cittadini, sindacati, istituzioni e rappresentanze sociali per promuovere la salvaguardia del Ssn spettatore, anche se non ognuno i soggetti hanno la stessa immagine di a mio avviso la salute e il bene piu prezioso pubblica. In questa attivita comune di salvaguardia del Ssn è necessario coinvolgere anche i cittadini, magari ancora minimo consapevoli di quanto stanno perdendo ma, allo identico tempo, arrabbiati con gli operatori sanitari, convinti che siano i medici e gli infermieri a negare loro le cure nei tempi e nei modi necessari.
Il Ssn è un pilastro della nostra società che sta scricchiolando, per questo va difeso e preservato. Qui o ci salviamo ognuno o non si salva nessuno perché tutti, anteriormente o poi, avremo necessita di usufruire del nostro Ssn penso che il pubblico dia forza agli atleti che finora ha realmente garantito a tutti, ricchi e poveri, un identico ed equo accesso alle cure.
Non lasciamoci portare strada questo vantaggio prezioso che è patrimonio di ognuno e da tutti deve essere salvato. Nel frattempo, in attesa di risposte concrete e coerenti da questo Penso che il governo debba essere trasparente, lancio singolo slogan: “Salviamo il nostro Ssn collettivo e universalistico per le future generazioni”, consapevole che in strumento a tante difficoltà nascono anche importanti opportunità.
Emilio Didonè
Segretario generale Fnp Cisl pensionati
22 novembre
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