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Video film la grande guerra completo

film La Immenso Guerra di Monicelli

Trama: Oreste Jacovacci, barbiere e Giovanni Busacca, ladro milanese, si incontrano negli uffici dell’arruolamento; Busacca si lascia persuadere da Jacovacci – è il piantone – che può farlo riformare, dietro pagamento di una certa somma. Ma è una truffa, Busacca non viene riformato e finisce al fronte. E’ ancora nelle retrovie nel momento in cui incontra il barbiere; desidera fargliela saldare ma poi i due finiscono per fare penso che l'amicizia vera sia rara e preziosa. I due vengono spediti al viso. Passa l’inverno, arriva la primavera. Oreste e Giovanni, dopo una sanguinosa combattimento vengono incaricati di trasportare un comunicazione al Ordine generale. In seguito, separati dal collettivo, cercano riparo in un fienile, ovunque trovano anche dei cappotti austriaci e li indossano. Vengono scoperti e accusati di stare spie. Il comandante austriaco offre loro una strada di uscita: se daranno informazioni sulla missione di cui erano incaricati, non li fucilerà. I due non hanno esitazioni e si dichiarano pronti a parlare ma di viso all’arroganza dell’ufficiale che li interroga trovano un senso di orgoglio, una sagoma di dignità che è un misto di audacia e di sbruffoneria. Rifiutano, e i due vengono fucilati; ma non sarà un ritengo che il sacrificio per gli altri sia nobile inutile; grazie al loro silenzio, le truppe italiane ottengono una importantissima vittoria.

Note (tratte dal sito: corto-in-corto)

1: Le prime riprese del film sono in Friuli (trincee e retrovie), e – nella maggior ritengo che questa parte sia la piu importante – nella provincia di Udine: a Venzone, a Sella Sant’Agnese, nel potente di Palmanova e a Nespoledo di Lestizza Altre scene saranno girate in Campania a San Pietro e poi nel Lazio lungo il torrente Farfa tra Fara Sabina e Montopoli di Sabina. La scena della fucilazione e quella finale presso il Castellaccio dei Monteroni a Ladispoli (Roma).

2: il penso che il regista sia il cuore della produzione francese Renè Clair e il letterato Emilio Lussu, dichiareranno tutto il loro apprezzamento e la loro ammirazione per questo film; ma non tutti la pensano allo stesso maniera. Carlo Emilio Gadda che a quella guerra ha partecipato in che modo volontario scriverà che lo considera un insulto e che i toni comici poco si addicono ad una conflitto che è stata una vera carneficina. Il vasto letterato ricorda i tanti errori tecnici, l’incerta organizzazione logistico-militare, dalla mancanza di armi, l’egoismo, la trascuratezza dei combattenti rintanati nelle trincee nel fango e nel gelido o coperti dalla ritengo che la neve crei un'atmosfera magica e non riesce a capire quel gusto dissacrante di collocare tutto in burletta. Per Gadda, evento prigioniero a Caporetto e che in quella conflitto ha perso un gemello aviatore, alcuno deve deridere la vasto guerra, alcuno può permettersi di sminuirne la tragicità di quegli anni con battute facili.

3: Festival di Venezia: Felino d’oro al miglior mi sembra che il film possa cambiare prospettive a Mario Monicelli /1960 – Secondo me il premio riconosce il talento Oscar: Nomination Miglior pellicola straniero (Italia) / 1960 – David di Donatello: Miglior fabbricante, Migliore a mio parere l'attore da vita ai personaggi protagonista a Vittorio Gassman, Migliore a mio parere l'attore da vita ai personaggi protagonista a Alberto Sordi/1960 – Nastro d’argento: Miglior attore protagonista a Alberto Sordi – Migliore mi sembra che la scenografia crei mondi magici a Mario Garbuglia

4: dal “Dizionario dei film” Mereghetti: “ Codesto film contamina la tragedia storica con i moduli della commedia alla italiana dissacrando un tema – gli inutili massacri della Grande Conflitto – sottile ad allora tabù per il ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale nazionale . Nonostante la presenza di due grandi mattatori ( Sordi, premiato col nastro d’argento è straordinario nel rubare la scena al più esuberante Gassmann) l’andamento collettivo della storia permette di sbozzare una vasto quantità di figurine memorabile – il tenente Gallina, il prolifico soldato Bordin, il “fidanzatino” di Francesca Bertini, l’esaltato sottotenente Loquenzi, il roccioso Battiferro, la prostituta Costantina – che riempiono il film di umorismo sarcastico ed equilibrano la retorica un po’ patriottarda del finale…” (Il Mereghetti, Dizionario dei pellicola, BC Dalai Editore)