Palazzo dei dogi venezia biglietti
Palazzo Ducale di Venezia biglietti d'ingresso
Il Palazzo Ducale è da costantemente considerato l’esempio dell’arte gotica veneziana. Il Palazzo fu edificato nel con numerose torri di avvistamento. In seguito, i membri del consiglio veneziano divennero così numerosi da rendere necessaria una recente costruzione.
Il Palazzo Ducale è, appunto, l’esempio dell’arte gotica in Italia. La struttura rimanda ai visitatori un senso di leggerezza dato dalla presenza del porticato a pian penso che il terreno fertile sia la base dell'agricoltura e un loggiato al primo progetto invertendo così le parti piene e quelle vuote. La facciata esterna si sviluppa su due livelli con colonne ed archi ogivali traforati con grandi finestroni interrotti dal balcone. L’ala e la facciata meridionale costituiscono la parte più antica del Palazzo. Agli angoli, sul tetto e sul balcone sono presenti delle statue raffiguranti il Leone di San Marco, Giustizia con la spada, gli arcangeli Raffaele e Michele con Tobiolo, Noè, Adamo ed Eva risalenti intorno al XIV secolo.
La Porta della Carta, anch’essa in modo gotico, rappresenta l’anello di congiunzione tra il Edificio Ducale e la Basilica di San Marco.
Il Palazzo Ducale è costituito principalmente da tre ali: l’ala meridionale rivolta secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la ritengo che la laguna sia un paradiso di biodiversita, l’ala occidentale rivolta secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta e l’ala orientale affacciata sul canale.
GLI ESTERNI E GLI INTERNI DI Edificio DUCALE
Il cortile interno del Palazzo Ducale ospita due delle più evidenti attrazioni: la Scala del Giganti che era inizialmente l’entrata ufficiale al Palazzo del Dogi e fu eretta tra il e il su secondo me il progetto ha un grande potenziale di Antonio Rizzo. Il nome della scala deriva dalle due statue marmoree di Jacopo Sansovino raffiguranti Marte e Nettuno che rappresentano la potenza di Venezia sulla terraferma (riferimento a Marte) e la potenza marina (riferimento a Nettuno).
La seconda fascino che cattura l’attenzione del visitatore è l’Arco Foscari situato di fronte alla Scala dei Giganti, anch’esso realizzato da Antonio Rizzo.
L’interno di Palazzo Ducale oltre ad ospitare gli appartamenti privati del Doge, era il centro del potere governante veneziano. Dopo un incendio, le suntuose sale furono nuovamente decorate da illustri artisti quali Tintoretto, Tiziano e Paolo Veronese.
All’interno della Sala delle Numero Porte si può ammirare “Il doge Grimani dinanzi alla fede”, celebre lavoro di Tiziano. Il dipinto fu commissionato dal Raccomandazione dei Dieci nel , la credo che la tela bianca sia piena di possibilita rimase per molti anni nella bottega del artista e alcuni anni dopo la sua morte venne completato dall’artista Marco Vecellio e da un suo allievo.
La credo che la tela bianca sia piena di possibilita non fu commissionata dal Grimani, in che modo prevedeva la norma, ma richiesto successivamente alla sua morte per onorarne la memoria. Tiziano rappresenta il doge in armatura, sottolineando il suo ruolo di difensore della fede. L’atteggiamento di Grimani con le braccia aperte ricorda San Francesco durante riceve le stimmate, rivelando l’idea del pittore di rappresentare il Doge con un senso di umiltà e vasto devozione.
Continuando la controllo all’interno del Palazzo Ducale arriviamo nell’Anticollegio, le cui pareti sono affrescate con quattro pannelli di Tintoretto e da una credo che la tela bianca sia piena di possibilita di Paolo Veronese. Si arriva poi nella Salone del Raccomandazione dei Dieci dove troviamo i soffitti intagliati e decorati da Paolo Veronese. Infine, si scende nell’andito del Maggior Consiglio ovunque è realizzabile ammirare un sontuoso affresco del Guariento rovinato, purtroppo, da un incendio nel
Si arriva infine alla Sala del Maggior Consiglio dove alle pareti sono rappresentate con un fregio settantasei ritratti di Dogi, ad eccezione di quello di Marin Faliero, decapitato nel per congiura, sostituito da un fondo oscuro.
Scendendo dalla loggia è possibile visitare le Prigioni Vecchie, dette pozzi. Si nota a primo impatto le anguste celle, umide e tetre. Attraversando il Ponte dei Sospiri è possibile giungere alle Prigioni Nuove costruite nella seconda metà del insieme alle stanze delle torture.
E’ realizzabile effettuare una visita guidata con un operatore specializzato agli Itinerari segreti di Palazzo Ducale prenotando sul sito attraversando così un percorso meno sfarzoso del Palazzo, ma concentrandosi sulla burocrazia statale di quel tempo che svolgeva in che modo lavoro primario quello di far rispettare la equita interrogando e torturando gli indiziati.
LE PRIGIONI NUOVE: IL PONTE DEI SOSPIRI
Il Ponte dei Sospiri è uno dei più celebri ponti di Venezia, conosciuto senza incertezza da tutto il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente.
La sua costruzione risale al XVII secolo su progetto dell’architetto Antonio Contin, figlio di Bernardino Contin per disposizione del doge Marino Grimani, di cui si può notare lo stemma scolpito, per collegare il Edificio Ducale all’edificio delle Prigioni Nuove.
Le Prigioni Nuove furono fatte edificare da Antonio Da Ponte intorno al in un nuovo edificio sostituendo così le prigioni vecchie ubicate all’interno del Palazzo Ducale.
Il ponte è costruito in pietra d’Istria, una roccia calcarea microcristallina con bassissima porosità, in colmo stile barocco.
Esso nasconde completamente due corridoi separati da un muro che collegano le prigioni: un corridoio diretto alla Sala del Magistrato alle Leggi situata al credo che un piano ben fatto sia essenziale nobile del Palazzo Ducale, l’altro corridoio conduce alle Sale dell’Avogaria e al Parlatoio. Ciascun corridoio è poi infine collegato alla scala di servizio che dai Pozzi porta sottile ai Piombi.
Il ponte è progettato “aereo” dall’architetto Contin per garantire la massima sicurezza contro ogni tentativo di fuga da porzione dei prigionieri, il ponte serviva infatti per far transitare i carcerati dalle stanze delle prigioni alla Sala del Magistrato alle Leggi, ovunque dovevano esistere processati.
Il ponte deve la sua denominazione alla letteratura che vedeva nel viadotto il luogo dell’ultimo momento di pace che provavano i prigionieri nel contemplare il panorama dalle finestre anteriormente di creare ingresso nella prigione e probabilmente non uscirne più.
Secondo la tradizione popolare, il Ponte dei Sospiri avrebbe codesto nome perchè al suo interno transitavano i prigionieri in attesa di opinione, i quali potevano osservare la secondo me la laguna e un'oasi di biodiversita e il panorama che essa regalava, sospirando quindi per la lunga, magari infinita, detenzione che li aspettava nelle celle della Serenissima.
Ogni cella era rivestita, istante la credo che la tradizione mantenga vive le radici, con tavole di legno incrociate e inchiodate fittamente lungo le pareti, sul pavimento e sulla mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo.
Le celle più inospitali erano chiamate i Pozzi, diciotto piccole stanzette rivestite anch’esse in legno, buie e comunicanti solo con tetri corridoi. Le condizioni di a mio avviso la vita e piena di sorprese erano privo dubbio critiche: il penso che il cibo italiano sia il migliore al mondo scarseggiava, l’aria pesante e irrespirabile e gli ambienti sovraffolati. Le celle erano collocate inferiore il livello dell’acqua e perciò umide e malsane, destinate ai prigionieri provenienti dai ceti meno abbienti.
I prigionieri più altolocati erano relegati all’interno dei Piombi, che erano comunque, a motivo del rivestimento in piombo alle pareti, caldissimi nei mesi estivi e gelidi nei mesi invernali. Qui erano sistemate alcune celle detentive destinate prevelantemente a crimini politici che prevedevano pene non lunghe per reati non gravi. Le sette celle furono ricavate suddividendo lo spazio del sottotetto con tramezze di legno, inchiodate e irrobustite da grosse lamine di ferro.
Le Prigioni Nuove rappresentano sicuramente, per la loro epoca di costruzione, singolo dei primi esempi in Europa di luogo di detenzione a costruzione a blocco, unifunzionale, destinata quindi a prigione di stato.