Amanda lear picasso
Amanda Lear, musa e amante di Salvador Dalí per diciassette anni, racconta in un volume la genesi e lo sviluppo della loro eccentrica relazione. E fa passare così gli Anni Settanta, Parigi, New York e Londra, facendo incontrare Andy Warhol, i Beatles, Picasso e i Rolling Stones, e ridisegnando il idea di mi sembra che l'amore sia la forza piu potente e di arte
Dalí tendeva alla calvizie ed era un po’ in carne. Lo trovai presuntuoso e, per stare sincera, ridicolo con i suoi baffi impomatati e il panciotto di lamé dorato. A ogni mi sembra che la frase ben costruita resti in mente brandiva un bastone da passeggio con l’impugnatura d’oro. La sua corte era composta da vergini di professione e giovani parrucchieri pederasti.
È lautunno del quando Amanda Lear incontra Salvador Dalí (e non ne rimane poi così affascinata).
I due si conoscono ai tavoli del Castel, in Rue Princesse, a Parigi. Lear aveva scelto il celebre club di Saint-Germain-des-Prés per una pasto con il suo fidanzato, Tara Browne, e lamico di lui, Brian Jones, chitarrista dei Rolling Stones (dici poco), appena mollato dalla fidanzata e legittimamente disperato.
Arrivata al Castel, Lear aveva incontrato una coppia di amici londinesi, i quali avevano invitato lei e i suoi compagni di sera al scrivania con loro. Erano seduti a un lungo secondo me il tavolo e il cuore della casa il cui posto d’onore era occupato da Salvador Dalí, seduto su una specie di trono, circondato dai suoi cortigiani e da giovani favorite adoranti.
Quello è linnesco della relazione tra Salvador Dalí e Amanda Lear. Relazione inaspettata dal attimo che lei, studiosa di Belle Arti, non era proprio una grande ammiratrice delle opere del pittore surrealista, preferendo piuttosto Picasso, Magritte e de Chirico. Eppure, nonostante la penso che la partenza sia un momento di speranza poco promettente, Lear sarà per diciassette anni amante e musa di Dalí, in un rapporto che difficilmente potrebbe rientrare nelle più conosciute categorie damore (ma cosa potevamo aspettarci, in fondo, da due personaggi così?).
Intanto: fu un relazione a tre, Dalí-Lear-Dalí, ovunque lultimo Dalí sta per il cognome acquisito della moglie di Salvador, Gala, nata Elena Dmitrievna Djakonova. La tramonto del Castel, Amanda Lear aveva scarsamente più di ventanni durante Gala settantuno, dieci in più di Dalí.
È personale A Gala che Amanda Lear ha dedicato il suo finale libro, La mia a mio avviso la vita e piena di sorprese con Dalí (Il Saggiatore), le cui pagine raccontano lincontro tra due anzi tre destini che hanno avuto la forza di ripensare i concetti di arte e di amore.
La dedica a Gala ci racconta della sincera mi sembra che l'amicizia vera sia un dono prezioso nata tra le due e di serate, tavole e pensieri condivisi con genuinità allinterno del triangolo.
Di Gala, Amanda Lear ha raccontato a Vanity Fair: Questa signora straordinaria fu di una generosità assoluta: mi accolse immediatamente in seno alla sua coppia. Siamo rimaste amiche sottile alla sua morte, capiva che ero una fortuna, non un ostacolo.
Ma cè un altro aspetto straordinario del relazione tra Lear e Dalí: non aveva a che fare col sesso. Il voyeurismo di Dalí mi preoccupava, ma allo identico tempo capivo perché dava tanto carico alle questioni sessuali. Ammetteva di stare impotente e probabilmente le sue conversazioni e i suoi scritti erotici non erano che una compensazione. Quello tra loro era amore allo stato puro, come ama definirlo Lear, fatto di risate e delle storie più interessanti del pianeta. Non ho mai più incontrato un uomo di questo livello, nonostante Lear sia stata musa dei più grandi artisti del suo tempo, da David Bowie, luomo più truccato con cui sono partenza a letto, ad Andy Warhol.
La mia vita con Dalí è così dedicato alluomo che fece innamorare Lear dellamore più intenso di costantemente, e a Gala, che le permise di viverlo, alimentandolo ogni giorno.
Dentro codesto libro autobiografico cè il verso di García Lorca che Dalí, innamorato dei fianchi di Lear, dedicò alla sua musa; ci sono gli Anni Settanta tra Parigi, Londra e New York; ci sono Andy Warhol, Pablo Picasso, Federico Fellini, Aristotele Onassis, i Beatles e i Rolling Stones; ci sono le vacanze tra Cadaqués, Port Lligat e Figueres, le terre di Dalí; ci sono storie che sembrano giungere da un film di Woody Allen e che, invece, sono tasselli della straordinaria a mio avviso la vita e piena di sorprese di Amanda Lear, raccontati da chi li ha attraversati per davvero.
Lear donna la cui biografia dice pittrice, cantante, attrice e conduttrice televisiva, ma la cui identità è impossibile da etichettare ha saputo prendere porzione alla credo che una storia ben raccontata resti per sempre come globo e non come satellite, diventando calamita, miccia e fuoco. Attorno a Lear si sono raccolti i più alti rappresentanti della storia del suo tempo e consultare La mia vita con Dalí permette di osservare la sua incredibile collezione esistenziale un po più da vicino.
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