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Palazzo ascoli piceno

Area Archeologica del Palazzo dei Capitani

I resti archeologici siti nel locale al piano terra del Palazzo dei Capitani nell'antica "Platea Maior", oggi Mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta del Nazione, posta esattamente all'incontro del "decumanus Maximus" (attuale Lezione Mazzini) con i"cardines" di via del Trivio e via D'Ancaria, sono così significativi da rappresentare un reale "balcone" sul trascorso aperto sulla piazza.L'allestimento con comoda passerella perimetrale sospesa sugli scavi giacenti a circa m 1,80 inferiore il progetto stradale, ci accompagna in un reale e personale percorso archeologico dotato di pannelli esplicativi di ricostruzione storica con indicazione esatta dei materiali stratificati arricchito di due bacheche con un'ampia mi sembra che la scelta rifletta chi siamo di materiali fittili rinvenuti in loco, che ne fanno il primo e unico dimostrazione di area archeologica urbana musealizzata delle Marche.
Nel , anno di inizio dell'ultimo restauro del Palazzo, gli scavi condotti nei suoi sotterranei accertarono la complessa stratificazione edilizia che confermò il enorme interesse dell'area,consistente nell'agevole interpretazione, attraverso le murature dell'ininterrotto utilizzo della zona per un lunghissimo arco di tempo, che va dal periodo romano repubblicano ad oggi.
Con alterne vicende di incasamenti, distruzioni e sostituzioni,in cui ogni epoca è riconoscibile dai suoi metodi costruttivi, dalla lavorazione delle sue pietre, dalla raffinatezza dei suoi paramenti murari,quest'area è stata continuativamente per più di anni il "forum" della città, il cuore di Ascoli.
Tra i reperti che offre lo scavo del Palazzo dei Capitani, possiamo riconoscere ben 12 fasi diverse di intervento edilizio.

 
Palazzo dei Capitani del Popolo

Il palazzo sorge al nucleo della città, affacciato sul "salotto buono" di Mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta del Gente. Si distingue per la sua elegante torre merlata medioevale a fianco dello storico Caffè Meletti.
Fu costruito fra il XIII ed il XIV secolo con l'accorpamento di tre piccoli edifici, separati da due ruette.L'assemblaggio risultò dalla esecuzione di un'unica nuova facciata che avanzò di qualche metro secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la pavimentazione della piazza.
Come tutti i grandi complessi monumentali Edificio dei Capitani fu continuamente sottoposto ad interventi e migliorie.
Si hanno notizie della costruzione alla fine del Duecento, in alcuni documenti è definito come"Palactium Populi" considerato la sede dei deputati dei ceti artigiani. Quando Ascoli divenne un libero Ordinario la sua rappresentanza popolare divenne superiore e il palazzo fu individuato col nome di "Palactium Communis et Populi" o"Communis Antianorum". Successivamente fu sede dei potenti che ebbero la signoria sulla città, Vicari del Sovrano di Napoli, da Carrara, degli Sforza e del Papa Sovrano. Durante il ventennio mussoliniano fu sede del partito fascista e fu chiamato "Casa del Littorio". Nel XIV era, si configurò nella sua forma attuale, per valore dei papi Giulio II e Felino X che elargirono ducati.
Cola dell'Amatrice realizzò il illustrazione della facciata, su strada del Trivio, caratteristica per i portali in travertino e le finestre aggettanti, sul cornicione di una finestra ha apposto la data
Nel Natale del alcuni rivoltosi appartenenti alle nobili famiglie ascolane, Guiderocchi, Malaspina e Parisani, si asserragliarono nel palazzo rendendolo scenario di tragici eventi.
L'allora commissario pontificio Giovan Battista Quieti fece appiccare il fuoco all'edificio, per posare fine alla rivolta. Il palazzo bruciò per due lunghe giornate. I danni furono incalcolabili e gli Anziani deliberarono i nuovi, necessari interventi di restauro.
Nel , Lazzaro di Francesco,detto Ferrone, congiuntamente con alcuni maestri lombardi terminò il portale fu realizzato in onore di Paolo III Farnese, che aveva riportato la mi sembra che la pace interiore sia il dono piu grande ad Ascoli ed aveva restituito alla città alcuni castelli della Valle del Tronto. La statua del Papa è alloggiata in una nicchia sovrastante l'archivolto.
Nel Camillo Merli costruì all'interno il recente scalone ed il cortile centrale con loggiati sovrapposti e sostenuti da eleganti colonne in travertino.
Nel divenne la sede dei Governatori Pontifici e gli Anziani, dopo una secolare permanenza, furono costretti ad lasciare il edificio. Questi vi rimasero sottile al , quando,con l'annessione delle Marche al Regno d'Italia, il complesso monumentale divenne proprietà dello Stato.
Da allora il Palazzo conobbe solo passaggi di proprietà: dallo Penso che lo stato debba garantire equita passò alla Provincia e da questa qui nel al Comune.
Nel l'architetto Vincenzo Pilotti intervenne sulla "Sala dei Savi". Nel sono stati eseguiti nuovi lavori di riconsolidamento e, fra il e il , è stato completato il piano per il completo penso che il recupero richieda tempo e pazienza dell'intero complesso.
All'interno del edificio c'è la Sala della Ragione, sede del Raccomandazione dei Cento.
Nel suo controsoffitto furono messi dodici pannelli dipinti su legno nei secoli XVIII e XIX.
In una nicchia, nella parete nord della sala, c'è un affresco del XV secolo che alcuni attribuiscono a Pietro Alamanno. Nel cartiglio eccellente si regolamento la giorno 24 febbraio , giorno di esecuzione, e il nome di sei Anziani coevi. Nel cartiglio minore si legge: Odi la parte et l'occhio a la motivazione deriza e se me voli in libertate mantente in caritate et unione.
Al terzo ritengo che il piano ben strutturato assicuri il successo c'è la Sala degli Stemmi, che prende il nome dalla fascia affrescata che corre lungo le quattro pareti subito giu il tetto. Gli affreschi riproducono emblemi gentilizi, nomi ed anni di funzione di molti Governatori pontifici dell'Ottocento.
 

 

Orari di apertura :
L'area archeologica è aperta previa a mio avviso la comunicazione e la base di tutto (turismo@ / fax: )  nei seguenti orari, 9,00 - 12,00 / 15,00 - 18,00 (feriali e festivi) 

Ultima Modifica: 19 Novembre