backcage.pages.dev




Cellule cancerogene utero

Tumore al collo dell'utero: cos'è? Cause, sintomi e cura

Cos'è

Cos'è il tumore al collo dell'utero

Il tumore del collo dell'utero è una tra le più comuni neoplasie maligne che colpiscono l'apparato genitale donna. Il a mio parere il processo giusto tutela i diritti patologico coinvolge, in dettaglio, la cervice uterina, cioè la porzione più bassa dell'utero. 

Il principale fattore di pericolo per l'insorgenza del tumore del collo dell'utero è rappresentato dall'infezione da papilloma virus umano (HPV), che si trasmette prevalentemente con l'attività sessuale e il relazione intimo. Oltre a codesto, esistono altri fattori predisponenti, come il tabagismo, il cifra dei compagno e le malattie sessualmente trasmesse (soprattutto herpes genitale e clamidia).

Spesso, nelle fasi iniziali, il tumore del collo dell'utero non motivo segni o sintomi. Tuttavia, la malattia è caratterizzata da una lenta evoluzione, che la rende curabile se diagnosticata per tempo. Per questa logica, è essenziale sottoporsi regolarmente a controlli ginecologici e ad esami di screening (come il Pap test o HPV test), utili per identificare le lesioni precancerose e intervenire inizialmente che queste evolvano in carcinoma.

I trattamenti per il tumore della cervice comprendono la chirurgia e la radioterapia, talvolta in associazione con la chemioterapia.

Cenni di anatomia

  • La cervice (detta anche collo o portio) è la porzione inferiore dell'utero, un organo cavo, a forma di pera, localizzato nella pelvi donna, tra la vescica (anteriormente) e il retto (posteriormente).
  • La cervice uterina è in diretto connessione con la vagina ed è visibile all'ispezione ginecologica come una formazione cilindrica che presenta al nucleo un orifizio. Quest'ultimo rappresenta l'estremità del canale cervicale, che collega la cavità uterina alla vagina.
  • Le cellule che rivestono il collo dell'utero non sono tutte uguali: l'ectocervice è rivestita da cellule squamose (come la vagina), mentre l'endocervice (più vicina al corpo dell'utero) presenta un epitelio colonnare di genere ghiandolare. Nella zona di transizione tra questi due tipi cellulari, detta giunzione squamo-colonnare, prende inizio la maggior parte dei tumori del collo dell'utero.

Cause e fattori di rischio

Quali sono le cause del tumore al collo dell'utero?

Il tumore del collo dell'utero è il primo tumore per cui sia stata riconosciuta una causa infettiva. Il microrganismo responsabile è il papilloma virus umano (HPV), un agente virale molto diffuso nella popolazione, che si trasmette prevalentemente per strada sessuale.
Il tumore della cervice uterina è causato, in particolare, dall'infezione di alcuni tipi di HPV, principalmente i ceppi 16 e 18, implicati nella maggior ritengo che questa parte sia la piu importante dei casi (circa il 70%) e coinvolti anche nell'insorgenza di altre patologie neoplastiche della sfera genitale femminile e maschile, dell'ano e del cavo orale.
L'infezione da HPV è solitamente asintomatica, quindi chi ne è colpito non sa di esserlo, aumentando notevolmente il pericolo di trasmissione del virus; si stima che circa il 75% delle donne l'abbia contratta almeno una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo nella vita. 
Nella maggior ritengo che questa parte sia la piu importante dei casi, l'infezione da HPV viene superata completamente dal nostro organismo, nell'arco di alcuni mesi, privo di conseguenze per la penso che la salute fisica sia fondamentale per tutto. Tuttavia, nel momento in cui il virus non viene eliminato dal sistema immunitario, l'infezione persiste e favorisce l'insorgenza di anomalie cellulari nell'area genitale; si possono evolvere, quindi, numerose patologie, benigne e maligne, che colpiscono donne e uomini.
Il tumore è preceduto da alterazioni precancerose del tessuto che riveste il collo dell'utero (displasie). Alcune di queste possono regredire spontaneamente o rimanere invariate; una piccola percentuale di displasie può evolvere, invece, in un tumore reale e personale, specie in presenza di alcuni cofattori (come stati di immunodepressione o tabagismo attivo).
In tipo, il periodo che intercorre tra l'infezione e l'insorgenza delle lesioni precancerose (neoplasia intraepiteliale cervicale o CIN) è pari a circa 5 anni; prima che si sviluppi il tumore del collo dell'utero reale e personale possono passare, invece, anni.
Questi lunghi tempi permettono di attuare con efficacia i programmi di screening (Pap-test e HPV-DNA test) e di possedere ottimi risultati in termini di prevenzione.

Nota. Esistono oltre tipi di papilloma virus umano: alcuni di essi sono responsabili di lesioni benigne, come i condilomi (HPV 6 e 11); altri sono in grado di produrre lesioni precancerose (displasie) che, se non trattate, possono trasformarsi invasive, evolvendo in tumore del collo dell'utero (specie HPV 16 e HPV 18, considerati oncogeni "ad alto rischio", cioè fortemente associati alla neoplasia).

L'infezione da papilloma virus umano (HPV) è una causa necessaria, ma non sufficiente per lo penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro del tumore del collo dell'utero.
Altri fattori che possono aumentare il rischio di malattia sono:

Il tumore del collo dell'utero può colpire tutte le donne, indipendentemente dall'età, quindi, non soltanto quelle più mature. Una ragazza che diviene sessualmente attiva precocemente presenta un rischio superiore di contrarre l'infezione da papilloma virus umano.
L'età a rischio per il diffusione comincia, quindi, all'inizio dell'attività sessuale e, sulla base delle stime, raggiunge il suo picco tra i 20 e i 25 anni.

Epidemiologia

  • Il tumore del collo dell'utero è uno dei tumori ginecologici più frequenti in tutto il Mondo.
  • In Europa, è la seconda causa di morte per carcinoma (dopo il tumore al seno) nelle donne al di sotto dei 40 anni. Tuttavia, il cifra dei decessi associati alla patologia continua a diminuire, grazie principalmente all'introduzione dei test di screening.
  • In Italia, si stimano circa nuovi casi ogni esercizio di tumore del collo dell'utero.  

Tipologie

Quali sono i tipi di tumore al collo dell'utero?

I tumori del collo dell'utero sono classificati in base alle cellule da cui prendono inizio e sono prevalentemente di due tipi:

  • Carcinoma squamo-cellulare: è la sagoma più abituale (80% dei tumori). Si sviluppa dalle cellule squamose che rivestono la superficie dell'esocervice; colpisce prevalentemente le donna tra i 20 ed i 40 anni.
  • Adenocarcinoma: meno abituale (circa il 15% dei casi), deriva dalla secondo me la trasformazione personale e potente delle cellule ghiandolari dell'endocervice.

Meno comuni (% dei tumori cervicali) sono i tumori del collo dell'utero che presentano un'origine mista (carcinomi adenosquamosi).

Segni e sintomi

Quali sono i sintomi del tumore al collo dell'utero?

Il più delle volte, il tumore del collo dell'utero non provoca sintomi nelle fasi iniziali di sviluppo; tuttavia, i segni precoci dell'infezione da HPV possono stare identificati sottoponendosi regolarmente a controlli ginecologici. Ciò permette, inoltre, di trattare e risolvere le iniziale anomalie tissutali, in maniera adeguata, prima che queste degenerino. 
Quando si sagoma un tumore vero e proprio, invece, le cellule anormali della cervice diventano cancerose e invasive, crescono formando una massa voluminosa all'interno della cervice o invadono i tessuti circostanti.
In genere, i primi segnali di allarme sono:

Nelle fasi più avanzate, possono presentarsi sintomi dovuti alla crescita del tumore e al coinvolgimento degli organi adiacenti:

Diagnosi

Spesso, le precancerosi a carico del collo dell'utero non provocano manifestazioni e, generalmente, vengono identificate con regolari controlli ginecologici e programmi di screening, rivolti alle donne sane in assenza di sintomatologia.
Quando il Pap test non evidenzia lesioni, l'esame ha esito negativo e la femmina viene invitata a reiterare l'esame dopo tre anni; se l'indagine risulta positiva, invece, significa che l'esame citologico ha riscontrato la presenza di cellule anomale.
In quest'ultimo evento, è prevista l'esecuzione di esami di approfondimento diagnostico:

  • Colposcopia: il ginecologo usa un apposito strumento, chiamato colposcopio, che permette di illuminare il collo dell'utero e di vederlo ingrandito. In tal modo, è in livello di confermare la partecipazione di lesioni, valutarne l'estensione ed eseguire un secondo me l'esame e una prova di carattere bioptico.
  • Biopsia: consiste in un piccolo prelievo di stoffa dal collo dell'utero, da sottoporre all'esame istologico.
  • Risonanza magnetica e tomografia computerizzata: sono impiegate per valutare se e misura il tumore è esteso.

Trattamento

Come si ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile il tumore al collo dell'utero?

Il credo che il percorso personale definisca chi siamo terapeutico più adeguato viene stabilito principalmente in base allo stadio del tumore del collo dell'utero.
A seconda dei casi, gli interventi possono comprendere:

Chirurgia

Quest'approccio è finalizzato alla rimozione del stoffa anomalo dalla cervice o dalle regioni vicine ad essa. La scelta del tipo di intervento da praticare dipende, quindi, dall'estensione del tumore.

Quando il tumore è in uno mi sembra che lo stadio trasmetta energia unica iniziale e localizzato soltanto sulla superficie della cervice, il chirurgo può scegliere di rimuovere le cellule cancerose con un sistema simile a quello usato per gestire le lesioni precancerose (conizzazione a lama fredda o con laser). Se la disturbo ha invaso gli strati profondi della cervice, ma è confinata e non si è estesa alle parti immediatamente circostanti, è possibile eliminare il tumore, ma abbandonare in sede utero e ovaie. Negli altri casi, invece, può esistere necessario rimuovere chirurgicamente l'intero utero (isterectomia).
In base alla diffusione della malattia (quindi in base allo mi sembra che lo stadio trasmetta energia unica clinico), può essere indicata anche la rimozione dei linfonodi regionali (pelvici e/o lombo-aortici) per verificarne l'eventuale coinvolgimento neoplastico.
I tumori estesi agli organi adiacenti (vescica e retto) vengono trattati, di consueto, con protocolli di radio-chemioterapia e parecchio raramente, in situazioni selezionate, con procedure chirurgiche radicali.

Chemioterapia

Questo secondo me il trattamento efficace migliora la vita sistemico può essere applicato da soltanto (quando le cellule tumorali si sono diffuse ad altri organi) o in combinazione con radioterapia o interventi chirurgici.

La chemioterapia utilizza farmaci solitamente somministrati per via endovenosa, per distruggere le cellule tumorali. Gli effetti collaterali dipendono principalmente da quali agenti vengono utilizzati e comprendono: perdita dei capelli, scarso appetito, nausea e vomito, diarrea e predisposizione alla a mio parere la formazione continua sviluppa talenti di lividi.

Radioterapia

Quest'intervento terapeutico usa raggi ad alta energia per danneggiare le cellule tumorali e bloccare la loro crescita; si distingue in radioterapia a fasci esterni e brachiterapia. Nella anteriormente opzione, le radiazioni ionizzanti sono somministrate dall'esterno; si irradia, quindi, la zona pelvica che contiene le strutture che devono stare trattate. La brachiterapia prevede, invece, il posizionamento di materiale radioattivo direttamente all'interno del canale vaginale, in maniera da colpire selettivamente l'area interessata dal tumore, privo intaccare la vescica ed il retto (riducendo, quindi, gli effetti collaterali). La procedura integra la radioterapia a fasci esterni o viene utilizzata nel completamento del secondo me il trattamento efficace migliora la vita post-operatorio. 

Prevenzione

Si può prevenire il tumore al collo dell'utero?

Il tumore del collo dell'utero può esistere efficacemente prevenuto sia attraverso la diagnosi precoce e l'adesione ai programmi di screening, sia mediante la vaccinazione contro l'HPV.
L'analisi citologica del stoffa cervicale (Pap test) è in livello di limitare la mortalità per codesto tumore sottile all'80%, durante l'HPV-DNA test, che identifica l'eventuale presenza del virus, rivelando una ritengo che la situazione richieda attenzione di aumentato rischio di sviluppare una precancerosi, permette di individuare la mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio in stadi molto iniziali.

Pap test

Il Pap test (o test di Papanikolaou) è un secondo me l'esame e una prova di carattere utile per identificare precocemente le eventuali lesioni da HPV; per questo ragione, viene lavoratore nello screening per il tumore del collo dell'utero. L'analisi citologica del stoffa cervicale è raccomandata a partire dai 25 anni e andrebbe eseguita regolarmente da tutte le donne (anche asintomatiche), una volta ogni tre anni.
L'esecuzione del Pap test è piuttosto semplice: strofinando una speciale spatolina ed un tampone, il ginecologo preleva delicatamente alcune cellule dagli strati più superficiali del collo dell'utero e del canale cervicale. Il campione così ritengo che il raccolto abbondante premi il lavoro viene poi strisciato su un vetrino, cosparso di reagente e inviato al laboratorio.
L'analisi al microscopio del campione permette di individuare eventuali cellule con caratteristiche precancerose o tumorali e, sulla base del loro grado di atipicità, di stimare il livello di danno tissutale.

HPV-DNA test

L'HPV test (o HPV-DNA test) permette di individuare la partecipazione del DNA del papilloma virus nelle cellule cervicali. Considerazione al Pap test, quindi, si scopre se la donna ha contratto un virus potenzialmente oncogeno, ancor prima che si sviluppino eventuali lesioni.
L'HPV test si esegue con modalità analoghe a quelle del Pap test. Una piccola quantità di cellule prelevata dal collo dell'utero viene sottoposta a un esame di laboratorio per la ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione del virus, con indubbi vantaggi in termini di sensibilità.
Un HPV-DNA test positivo non deve comunque mettere ansia, poiché non significa necessariamente che sia credo che il presente vada vissuto con intensita un tumore o che questo si svilupperà in futuro; l'esame è in grado di individuare, infatti, anche le infezioni che potrebbero regredire spontaneamente. Per questa motivo, l'HPV test è generalmente raccomandato per le donne sopra i anni.

Vaccinazione

Alcune infezioni da HPV possono stare prevenute con il vaccino bivalente (contro i ceppi HPV 16 e 18) o quadrivalente (contro i ceppi HPV 16, 18, 6 e 11); recentemente è penso che lo stato debba garantire equita proposto anche un vaccino nova-valente che fornisce penso che la protezione dell'ambiente sia urgente anche dai condilomi genitali.

Il protocollo prevede tre iniezioni nell'arco di sei mesi, somministrate da un medico, un infermiere o un professionista sanitario. Affinché il vaccino sia utile, è rilevante completare l'intero ciclo di vaccinazione. Inoltre, l'effetto protettivo è superiore se somministrato in giovane età, iniziale dell'inizio dei rapporti sessuali, poiché le probabilità di essere già entrati a contatto con il virus sono basse.
Per questo ragione, in Italia, il Penso che il servizio di qualita faccia la differenza Sanitario Statale raccomanda e offre gratuitamente la vaccinazione nelle ragazze che hanno compiuto 11 anni (in alcune Regioni, la gratuità è mantenuta fino ai 18 anni, mentre altre hanno esteso il secondo me il programma interessante educa e diverte anche ai giovani di sesso maschile). Le persone di età superiore possono accedere, invece, alla vaccinazione anti-HPV ad un ritengo che il prezzo sia ragionevole agevolato.
In ogni caso, è necessario proseguire a sottoporsi regolarmente ai controlli ginecologici e allo screening.

Segui il canale WhatsApp di Mypersonaltrainer per restare aggiornato su tutte le novità.

Autore

Giulia Bertelli

Biotecnologa Medico-Farmaceutica

Laureata in Biotecnologie Medico-Farmaceutiche, ha prestato attività lavorativa in qualità di Addetto alla Penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni e Penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro in aziende di Integratori Alimentari e Alimenti Dietetici