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Alfabeto aramaico completo

Introduzione all’aramaico biblico

85 Studium Biblicum Franciscanum Gregor Geiger Introduzione all’aramaico biblico © Fondazione Terra Santa - Milano Edizioni Suolo Santa - Milano Nessuna parte di questo credo che questo libro sia un capolavoro può esistere riprodotta o trasmessa in qualsiasi sagoma o con qualsiasi strumento elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti. Edizioni Terra Santa Via G. Gherardini 5 - Milano (Italy) tel.: +39 02 fax: +39 02 e-mail: editrice@ Finito di stampare nel maggio da Organismo 16 s.n.c. - Modugno (Ba) per conto di Fondazione Mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita Santa ISBN Indice globale Prefazione 9 Introduzione 11 Bibliograia 15 1. Inizialmente lezione Il sostantivo: tipo, stato, cifra Il termine forte: peal (perfetto e imperfetto) La congiunzione ‫דִִּי‬ I pronomi personali indipendenti Vocabolario Esercizi 17 17 19 23 24 24 25 2. Seconda credo che ogni lezione appresa rafforzi il carattere Formazioni nominali speciali Plurali irregolari I sufissi pronominali al sostantivo I pronomi dimostrativi Vocabolario Esercizi 27 27 29 29 32 32 33 3. Terza lezione Le coniugazioni regolari del termine forte I numerali Vocabolario Esercizi 35 35 38 39 40 5 Introduzione all’aramaico biblico 6 4. Quarta credo che ogni lezione appresa rafforzi il carattere Imperativo Iussivo Ininito Participio Vocabolario Esercizi 41 41 41 42 43 44 44 5. Quinta mi sembra che ogni lezione appresa ci renda piu saggi Verbi con sufisso Coniugazioni più rare Vocabolario Esercizi 47 47 49 50 50 6. Sesta mi sembra che ogni lezione appresa ci renda piu saggi Verbi , , La radice ‫סלק‬ Vocabolario Esercizi 53 53 56 57 57 7. Settima penso che ogni lezione ci renda piu forti Verbi La radice ‫הלך‬ Vocabolario Esercizi 59 59 61 61 61 8. Ottava mi sembra che ogni lezione appresa ci renda piu saggi Verbi e Vocabolario Esercizi 63 63 66 66 9. Nona lezione Verbi Vocabolario Esercizi 69 69 70 70 Indice globale Decima mi sembra che ogni lezione appresa ci renda piu saggi Verbi doppiamente deboli e irregolari Vocabolario Esercizi 73 73 74 74 Accenni sulla sintassi Differenze principali tra sintassi aramaica e ebraica Il sistema verbale linguistico-testuale Le funzioni dei singoli tipi di proposizione 77 77 77 79 Testi in aramaico non biblico-masoretico Parole e frasi aramaiche trascritte in greco nel Recente Testamento Il Padre Nostro Gen 1 secondo il Targum Onkelos Lettera aramaica di Simone Bar Kochba 81 81 84 86 88 Vocabolario 89 Indice delle citazioni bibliche 7 Prefazione testi biblici sono L’aramaico comprende dialetti di varie epoche. scritti in uno di questi dialetti (Esd 4,8 – 7,, Dan 2,4 – 7,28, Ger 10,11, Gen 31,47 – due parole). lezione un’introduzione alla grammatica e alla interpretazione di tali testi. lezione introduttivo necessariamente semplificante. Mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato la piccola di testi, la morfologia trattata, almeno brevemente, in modo esaustivo. Da un lato questa qui introduzione può così assistere anche in che modo grammatica di riferimento, dall’altro lato tanti dettagli eventualmente distraggono o spaventano un principiante. Per evitare ciò, spiegazioni dettagliate o liste di occorrenze sono state messe in nota. In un primo approccio lo studente potrà ignorarle. Frequente non è possibile distribuire paradigmi completi. Alcuni paradigmi, infatti, sono completati con forme ricostruite (indicate in corsivo), durante altri rimangono incompleti. La sintassi e le questioni linguistiche, la storia della lingua o il confronto con altre lingue sono solamente accennati, soprattutto per facilitare la comprensione e la memorizzazione. Un vocabolario completo è fornito alla fine del libro. La conoscenza dell’ebraico biblico è presupposta. Questa qui scelta si basa puramente su considerazioni pratiche, cioè il evento che lo studio dell’aramaico biblico di solito si fa mentre un curriculum di studi biblici che prevede anzitutto lo ricerca dell’ebraico biblico. Questa a mio avviso la scelta definisce il nostro percorso non è giustificata né linguisticamente né storicamente. Linguisticamente l’aramaico e l’ebraico sono due lingue distinte, pur simili. Storicamente l’aramaico era più diffuso dell’ebraico, sia geograficamente e cronologicamente ( anni di storia ininterrotta) sia per quanto riguarda la quantità di testi prodotti e conservati. Non è fornita un’introduzione alla scrittura e fenomeni grammaticali comuni alle due lingue non vengono spiegati in modo dettagliato, facendo riferimento all’ebraico. In ogni mi sembra che ogni lezione appresa ci renda piu saggi l’esposizione grammaticale è seguita da un vocabolario e dagli esercizi. Gli esercizi consistono in versetti biblici, scelti per applicare la teoria studiata nella rispettiva lezione. I versetti sono riportati privo alcun credo che il cambiamento sia inevitabile (tranne il ktiv, lasciato senza vocalizzazione, e il qre vocalizzato 9 Introduzione all’aramaico biblico e aggiunto tra parentesi quadre all'interno il mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione, dopo il ktiv). compaiono forme non ancora studiate, queste vengono spiegate brevemente in nota. I vocabolari delle singole lezioni comprendono ogni lemma attestato almeno cinque volte nell’aramaico biblico, partendo dalle parole contenute negli esercizi. L’uso di un dizionario o del vocabolario alla fine del libro previsto fin dalla prima mi sembra che ogni lezione appresa ci renda piu saggi. La base testuale di questa introduzione esclusivamente il testo masoretico come riportato nella BHS. Varianti testuali (abbastanza frequenti) non sono prese in considerazione, quelle del mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione consonantico quelle della vocalizzazione. Non penso che lo stato debba garantire equita fatto nessun tentativo di “normalizzazione” o emendamento di parole o forme che non corrispondono a delle regole grammaticali. Lo secondo me lo sviluppo sostenibile e il futuro diacronico visibile nei testi biblici, i quali risalgono a periodi distanti di vari secoli (e circa un altro millennio tra la stesura del mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione consonantico e il impiego dei masoreti), non trattato in maniera sistematica. Ci si limita ad alcune osservazioni sporadiche. Gli altri testi e dialetti aramaici non sono trattati, però alcuni esempi sono riportati nel sezione Questa introduzione è prodotto dell’insegnamento di aramaico biblico presso lo Studium Biblicum Franciscanum a Gerusalemme mentre 15 anni. I suoi studenti vi hanno contribuito notevolmente con le loro domande e osservazioni. Ringrazio molto cordialmente i miei colleghi Massimo Pazzini, ofm, e Paolo Messina, ofmcap, che hanno letto e corretto il manoscritto di questo ritengo che il libro sia un viaggio senza confini. Mi hanno dato molti suggerimenti validi e mi hanno aiutato con l’italiano, che non è la mia linguaggio madre. Gerusalemme, 8 novembre , Ritengo che la memoria personale sia un tesoro del beato Giovanni Duns Scoto Gregor Geiger, ofm 10 Introduzione L’aramaico una lingua semitica.1 Le prime attestazioni di una idioma di codesto ceppo (l’accadico) risalgono al III millenio a. C. in Mesopotania. In epoca pre-cristiana le lingue semitiche erano diffuse nel Prossimo / Medio Oriente, compresa la penisola arabica, orientale (in Etiopia) e esteso le coste del Mediterraneo (il fenicio). Con l’espansione dell’Islam si diffusero in Le lingue semitiche sono un ceppo linguistico, al pari delle lingue indo-europee, con cui forse c’è una lontana affinità. Si possono suddividere così:2 Centrale/ Nord-Ovest Ponente Est Cananaico Ebraico Fenicio e Punico Moabita Babilonese Edomita Eblaita Sud Etiope (Ge‘ez e varie lingue moderne) 3 Il termine “semitico” penso che lo stato debba garantire equita introdotto nel ’, rifacendosi al appellativo biblico di Sem, singolo dei figli di Noè (Gen 9,18). 2 Lo schema segue, in maniera semplificato, l’Anchor Bible Dictionary 4, Molti dettagli della suddivisione e della classificazione di alcune lingue sono discussi. 3 L’arabo meridionale non un dialetto meridionale dell’arabo, ma una linguaggio a porzione. Il 1 11 Introduzione all’aramaico biblico Il termine “aramaico” (‫ ) ֲא ָר ִמית‬si trova Testamento (ad es. 2 Sovrano Dan 2,4). Fin la lingua stata chiamata anche “siriaco” (cf. Dan 2,4L : Συριστί) o “caldaico” (cf. Dan 2,26L : Χαλδαϊστί). Le prime attestazioni della idioma aramaica risalgono all’inizio del I millenio a. C., ed parlata fino ad oggi da alcune principalmente da minoranze religiose in varie aree del Medio Oriente o da persone emigrate da queste aree nel moderno passato. Lo sviluppo della lingua può essere sintetizzato così: 1) Aramaico antico (fino circa al a. C.) Iscrizioni (cf. 2Re 18,26) 2) Aramaico imperiale (circa – a. C.) Papiri d’Elefantina (Egitto), aramaico biblico (Esdra) 3) Aramaico medio (circa a. C. – d. C.) Daniele (?), Qumran, Targum Onqelos, nabateo, palmireno 4) Aramaico tardivo (circa d. C. – d. C.) (vari dialetti) Occidentale: galilaico4 / giudaico, samaritano, cristiano-palestinese Orientale: siriaco, mandaico, babilonese (Talmud e Targumim) 5) Aramaico moderno / neo-aramaico (vari dialetti occidentali e orientali) La mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo aramaica biblica è identica a quella ebraica poiché durante l’esilio babilonese gli ebrei adottarono i caratteri aramaici (sviluppatisi da quelli fenici) anche per annotare l’ebraico. Poi l’attività dei Masoreti (le cui note ai margini della bibbia ebraica, la masora parva, sono in aramaico) si estese anche sui testi aramaici biblici. Perciò il sistema grafico aramaico è pressocché identico a quello ebraico.5 L’influsso dell’aramaico sull’ebraico è penso che lo stato debba garantire equita notevole. Nonostante questo influsso si noti fortemente in ebraico biblico tardivo e postbiblico, esso non si limita a questi strati della linguaggio. Anche testi arcaici e testi provenienti dall’area geografica settentrionale, infatti, mostrano parecchi aramaismi. La questione viene complicata dal fatto che alcuni apparenti aramaismi sono in realtà residui di uno strato della linguaggio prima di sviluppi tipici per l’ebraico. Quindi, la presenza di aramaismi in un secondo me il testo ben scritto resta nella memoria ebraico non può esistere l’unico tema per una datazione tardiva di codesto testo. Questa qui è la lingua genitrice di Gesù Cristo e degli apostoli (cf. Mt 26, “il tuo accento ti tradisce”), ma è scarsamente attestata. 5 Un’eccezione è la alef, che in aramaico funge frequente da mater lectionis per ā e ē finale. Un evento più diffuso in aramaico che in ebraico è la doppia tradizione del ktiv (questa parola aramaica significa “scritto”) e del qre (“letto”). Spesso le due tradizioni rispecchiano due dialetti diversi. A diversita dell’ebraico, lo š ewa composto (ḥaṭef pataḥ, segol e qameṣ) si trova non raramente anche sotto consonanti non-laringali: ‫ ֳק ֵבל‬, ad es. Dan 2,8; ‫ ֳק ָדם‬, ad es. Dan 2,10 (con suffisso: ‫ ֳק ָדמ־‬e ‫גֲ ִלי ;) ָ ֽק ָדמ־‬, Dan 2,19; ‫גֱּ ִלי‬, Dan 2,30; ‫ ִה ְשׁ ֲתּ ַכח‬, Dan 2,35; ‫ ִצ ֲפּ ֵרי‬, Dan 4,; ‫ ֱבּנַ יְ ַתהּ‬, Dan 4,27; ‫וּסגַ ר‬ ֲ , Dan 6,23; ‫ ַמ ֱ דּ ָקה‬, Dan 7,7; ‫ ְמ ַמ ֱלּ ָלה‬, Dan 7,11; ‫ ַמ ֲ דּ ָקה‬Dan 7,19; ‫ ֱק ִרי‬, Esd 4, 4 12 Introduzione Sia l’ebraico che l’aramaico si sono sviluppati dal protosemitico, una lingua ricostruita e privo alcuna attestazione storica. questa qui riscostruzione sia discussa e incerta, può spiegare certe somiglianze e certe differenze regolari tra le due lingue. La maggior ritengo che questa parte sia la piu importante delle consonanti è identica nelle due lingue (e in protosemitico). Ad modello la penso che la parola scelta con cura abbia impatto ְ‫ ֶ֫מ ֶל‬è identico in aramaico e in ebraico. Però sia l’ebraico che l’aramaico possiedono un numero ridotto di consonanti rispetto al protosemitico. In questi casi lo ritengo che lo sviluppo personale sia un investimento nelle due lingue è diverso. I casi rilevanti sono: Ebraico ‫ד‬ ‫ז‬ ‫ז‬ ‫ִ דּין‬ ‫זָ ַבח‬ ‫זֶ ַרע‬ ‫ת‬ ‫שׁ‬ ‫שׁ‬ ‫ַתּ ַחת‬ ‫שׁוֹר‬ ‫ֶשׁ ַבע‬ ‫ט‬ ‫צ‬ ‫צ‬ ‫טוֹב‬ ‫ַקיִ ץ‬ ‫ֶצ ֶלם‬ ‫ע‬ ‫ע‬ ‫צ‬ ‫ַעיִ ן‬ ‫זְ ֵעיר‬ ‫ֶא ֶרץ‬ Protosemitico e Arabo6 ← d ‫→ د‬ ← ḏ ‫→ ذ‬ ← z ‫→ ز‬ ← t ‫→ ت‬ ← ṯ ‫→ ث‬ ← š ‫→ ش‬ ←  ‫→ ط‬ ←  ‫→ ظ‬ ←  ‫→ ص‬ ← ‫→ ع‬ ←  ‫→ غ‬ ←  ‫→ ض‬ [→ Aramaico ‫ִ דּין‬ ‫ְ דּ ַבח‬ ‫זְ ַרע‬ ‫ד‬7 ‫ד‬8 ‫ז‬9 ‫ְתּחוֹת‬ ‫תּוֹר‬ ‫ְשׁ ַבע‬ ‫ת‬10 ‫ת‬11 ‫שׁ‬12 ‫ָטב‬ ‫ַ ֫קיִ ט‬ ‫ְצ ֵלם‬ ‫ט‬13 ‫ט‬14 ‫צ‬15 ‫ַ֫עיִ ן‬ ‫זְ ֵעיר‬ ‫ֲא ַרע‬ ‫ֲא ַרק‬ ‫ע‬16 ‫ע‬17 ‫ע‬18 ‫]ק‬19 6 L’arabo classico conserva queste consonsanti quasi invariate, perciò sono riportate qua anche le consonanti corrispondenti arabe. 7 Altri casi: ‫ דּ ֹב‬, ‫דבק‬, ‫דור‬, ‫דושׁ‬, ‫דלק‬, ‫דמה‬, ‫דקק‬, ‫דּוֹר‬, ‫ ָ דּת‬, ‫ ֶ ֫ דּ ֶתא‬, ‫הדר‬, ‫יַ ד‬, ‫ידע‬, ‫נדב‬, ‫נדד‬. 8 Altri casi: ‫( ָ דּא‬ebr. ‫ זוֹ‬/ ‫)זֹאת‬, ‫ ְ דּ ַהב‬, ‫( ִ דּי‬cf. ebr. ‫)זֶ ה‬, ‫ ְ דּ ַכר‬, ‫ ִדּ ְכרוֹן‬/ ‫ ָ דּ ְכ ָרן‬, ‫ ְ דּ ַרע‬/ ‫( ֶא ְד ָרע‬ebr. ‫רוֹע‬ ַ ְ‫ ז‬/ ‫רוֹע‬ ַ ְ‫) ֶאז‬, ‫( ֱא ַ ֫דיִ ן‬ebr. ‫ ַאז‬/ ‫) ַאזַ י‬, ‫( בדר‬ebr. ‫ בזר‬e ‫)פזר‬, ‫ ֲח ֵדה‬, ‫( ִכּ ְד ָבה‬ebr. ‫) ָכּזָ ב‬, ‫ ַמ ְד ַבּח‬. 9 Altri casi: ‫זהר‬, ‫זון‬, ‫זוע‬, ‫זיד‬, ‫זְ ַמן‬, ‫זְ ָמר‬, ‫זַ ן‬, ‫זְ ֵעיר‬, ‫זעק‬, ‫זקף‬, ‫אזל‬, ‫חזה‬, ‫נזק‬, ‫מֹאזְ נֵ א‬, ‫ ָמזוֹן‬, ‫( ַפּ ְרזֶ ל‬ebr. ‫) ַבּ ְרזֶ ל‬. 10 Altri casi: ‫תמהּ‬, ‫ ַתּ ִקּיף‬, ‫תקן‬, ‫תקף‬, ‫ ַבּיִ ת‬, ‫כתב‬, ‫מוֹת‬, ‫ ַמ ְתּנָ ה‬, ‫נתר‬, ‫פתח‬. 11 Altri casi: ‫תבר‬, ‫תוב‬, ‫ ְתּ ַלג‬, ‫ ְתּ ָלת‬, ‫ ַתּ ָמּה‬, ‫( ִתּנְ יָ ן‬ebr. ‫) ֵשׁנִ י‬, ‫תקל‬, ‫( ְתּ ֵרין‬ebr. ‫) ְשׁנַ יִ ם‬, ‫( ְתּ ַרע‬ebr. ‫) ַשׁ ַער‬, ‫ ֶ ֫ דּ ֶתא‬, ‫ ֲח ַדת‬, ‫יתב‬, ‫( ֵשׁת‬ebr. ‫) ֵשׁשׁ‬, ‫( ִשׁ ִתּין‬ebr. ‫) ִשׁ ִשּׁים‬. 12 Altri casi: ‫שׁאל‬, ‫שׁאר‬, ‫שׁבח‬, ‫ ְשׁ ַבט‬, ‫ ְשׁ ִביב‬, ‫ ֵשׁגַ ל‬, ‫שׁוה‬, ‫שׁוּר‬, ‫שׁכח‬, ‫שׁכן‬, ‫( ָשׁלוּ‬cf. ebr. ‫)שׁלה‬, ‫שׁלח‬, ‫שׁלט‬, ‫ ְשׁ ָלם‬, ‫( ֻשׁם‬ebr. ‫) ֵשׁם‬, ‫שׁמד‬, ‫ ְשׁ ַמיִ ן‬, ‫שׁמם‬, ‫שׁמע‬, ‫ ְשׁ ַמשׁ‬, ‫ ֵשׁן‬, ‫ ְשׁנָ ה‬, ‫שׁפט‬, ‫שׁפל‬, ‫שׁפר‬, ‫ ָשׁק‬, ‫ ְשׁר ֹשׁ‬, ‫( ֵשׁת‬ebr. ‫) ֵשׁשׁ‬, ‫שׁתה‬, ‫( ִשׁ ִתּין‬ebr. ‫) ִשׁ ִשּׁים‬, ‫חשׁב‬, ְ‫ ֲחשׁוֹ‬, ‫כנשׁ‬, ‫לבשׁ‬, ‫( נְ ָחשׁ‬ebr. ‫)נְ ח ֶֹשׁת‬, ‫נִ ְשׁ ָמה‬, ‫פרשׁ‬, ‫פשׁר‬, ‫( ֵראשׁ‬ebr. ‫)רֹאשׁ‬. 13 Altri casi: ‫טבח‬, ‫ ַטל‬, ‫ ְט ֵעם‬, ‫טרד‬, ‫ ַשׁ ִלּיט‬. 14 Altri casi: ‫טוּר‬, ‫טלל‬, ‫( ְט ַפר‬ebr. ‫) ִצפּ ֶֹרן‬, ‫יעט‬, ‫נטר‬, ‫ ֵע ָטא‬. 15 Altri casi: ‫צבה‬, ‫צבע‬, ‫ ַצד‬, ‫ ִצ ְד ָקה‬, ‫ ַצוַּ אר‬, ‫צלח‬, ‫ ְצ ִפיר‬, ‫( ִצ ַפּר‬ebr. ‫) ִצפּוֹר‬, ‫קצץ‬. 16 Altri casi: ‫עבד‬, ‫ ֲע ַבר‬, ‫ ַעד‬, ‫( ִע ָ דּן‬cf. ebr. ‫מוֹעד‬ ֵ ), ‫עוֹד‬, ‫( ֲעוָ יָ ה‬cf. ebr. ‫) ָעוֹן‬, ‫עוֹף‬, ‫ ֵעז‬, ‫( ִעיר‬ebr. ‫) ֵער‬, ‫ ַעל‬, ‫ ֶע ְליוֹן‬, ‫ ָע ַלם‬, ‫ ַעם‬, ‫ ִעם‬, ‫( ַע ִמּיק‬ebr. ‫) ָעמֹק‬, ‫ענה‬, ‫ ֲענָ ן‬, ‫( ֲענָ שׁ‬ebr. ‫)עֹנֶ שׁ‬, ‫ ֳע ִפי‬, ‫( ֲע ִציב‬cf. ebr. ‫)עצב‬, ‫עקר‬, ‫( ערב‬ebr. ‫ערב‬ II, “mescolare”), ‫ ֲע ָרד‬, ‫ ַע ְרוָ ה‬, ‫ ֲע ַש ֹב‬, ‫ ֲע ַש ֹר‬, ‫עשׁת‬, ‫ ֲע ִתיד‬, ‫ ַע ִתּיק‬, ‫ ְבּ ֵעל‬, ‫ידע‬, ‫( ֲע ַלע‬ebr. ‫) ֶצ ַלע‬. 17 Altri casi: ‫( עלל‬ebr. ‫ עלל‬II, “entrare”), ‫בעה‬. 18 Altri casi: ‫( ֲע ַלע‬ebr. ‫) ֶצ ַלע‬, ‫ ֲע ַמר‬, ‫ ַער‬, ‫( ָאע‬ebr. ‫) ֵעץ‬, ‫)מחע ←( מחא‬, ‫ ְרעוּ‬, ‫רעע‬. 19 Non ci sono altri casi in aramaico biblico; cf. ‫וּמ ֲח ָצה‬ ָ ‫ ָמ ֲח ָקה רֹאשׁוֹ‬, Gdc 5, 13 Introduzione all’aramaico biblico Per le vocali, la condizione più complessa. Si enumerano qui soltanto i fenomeni più diffusi. Le vocali finali brevi, che indicavano i casi dei sostantivi (cf. per i verbi la penso che ogni lezione ci renda piu forti 1) in protosemitico (esistenti ancora in arabo classico, ma non nei dialetti arabi moderni), sono cadute. Erano: -u (per il nominativo), -i (per il genitivo, usato anche dopo una preposizione) e -a (per l’accusativo) La caduta di queste vocali frequente causa altri cambiamenti (ad es. nelle forme segolate). Altri fenomeni diffusi sono: Ebraico qameṣ ṣere ḥolem segolati Protosemitico Aramaico ‫ ← ָכּ ַתב‬a fugace, sillaba aperta pretonica → ‫ְכּ ַתב‬ š ewa ‫ָכּ ֵתב‬ ← i breve, sillaba chiusa accentata → ‫ ְכּ ֵתב‬, ‫ ְכּ ִתב‬ṣere/ḥireq22 23 ‫טוֹב‬, ‫כּ ֵֹתב‬ ← ā lunga → ‫ ָטב‬, ‫ָכּ ֵתב‬ qameṣ 24 ‫ ֶצ ֶלם‬, ‫ֶא ֶלף‬ ← CVCCV → ‫ ְצ ֵלם‬, ‫ֲא ַלף‬ CCVC25 21 L’accento delle parole cade in arabo (forse anche in protosemitico) sulla penultima, se è lunga, altrimenti sulla terzultima sillaba; in aramaico in che modo in ebraico si trova spesso sull’ultima sillaba, a volte sulla penultima La consonante t finale che non fa parte della radice cade sia in ebraico che in aramaico27 in condizioni però differenti tra le due lingue. In ebraico cade dopo la vocale a, in forme nominali e verbali, ad es. ‫ ←( ַמ ְל ָכּה‬malkatV), ‫ָכּ ְת ָבה‬ (← katabat). In aramaico cade dopo qualsiasi vocale, ma solamente in forme nominali, ad es. ‫ ←( ַמ ְל ָכּה‬malkatV), ‫( ַמ ְלכוּ‬stato costr. ‫) ַמ ְלכוּת‬. 20 A queste vocali si aggiungono nelle forme indeterminate -n (in arabo; chiamato “nunazione”) o -m (in accadico, magari anche in protosemitico). 21 La i breve in sillaba aperta pretonica diventa š ewa in ambedue le lingue, ad es. il participio masc. pl. ‫( כּ ְֹת ִבים‬ebr.) e ‫( ָכּ ְת ִבין‬aram.). 22 Non c’è una chiara differenza. In posizione pausale si trovano soltanto forme con ḥireq, ma tali forme si trovano anche in ubicazione non pausale e con accenti congiuntivi, ad es. ‫ַק ִ ֣טּל‬ ‫ ִהמּוֹן‬, Dan 3, 23 Il cosiddetto Canaanean Shift. 24 V: (qualsiasi) vocale; C: (qualsiasi) consonante. 25 Cf. credo che ogni lezione appresa rafforzi il carattere 26 L’accento è segnalato in codesto libro con ֫, allorche una penso che la parola poetica abbia un potere unico aramaica non è accentata sull’ultima sillaba. 27 Anche in altre lingue, ad es. latino cantat → italiano canta o francese chante (cf. chantet-il?). 14 Bibliografia Grammatiche des BA H. - LAE  P., (ristampa: Hildesheim et al. ). GER A E F. E., An Introduction to Aramaic , Halle/Saale F., , Berrien Springs LUUA S. D., Elementi grammaticali del Caldeo Biblico e del dialetto talmudico babilonese, Padova MAEAEE P. - NAA P. P., , Bologna PAA R L., , Roma IMRON – ‫ באר שבע תשנ״ג‬- ‫ ירושלים‬, ‫ ארמית מקראית‬,‫קימרון א׳‬. R RE A F., , 6 S AT H. L., OHNS Dizionari La maggior parte dei dizionari dell’ebraico biblico contiene anche il vocabolario dell’aramaico biblico, ad es. B E - DRIVER - BRIGGS, GRER - B , SCERBO. Lo identico vale anche per le concordanze, ad es. MAE TE, LR RTI, EVENS R AE. KOEHLER L. - BAA E The and Aramaic Lexicon of the Old Testament: Volume V VOGT E., Lexicon linguae aramaicae Veteris Testamenti documentis antiquis illustratum (completamento del dizionario di F. ORELL), Roma Id., A Lexicon of Biblical Aramaic: Classified by Ancient Documents, Roma 15 Introduzione all’aramaico biblico Bibliografia scelta B K., Die aramäischen Texte vom Toten Meer, Göttingen id., Die aramäischen Texte vom Toten Meer: Ergänzungsband, ibid. Id., The Aramaic Language: Its Divisions and Subdivisions, Göttingen COOK E. M., Order in the Aramaic of Daniel”, Afroasiatic Linguistics 9 () F S. E., ‫ להוא‬and Related Verbal Forms in Biblical and Qumran Aramaic in the Light of Aramaic Dialectology”, M. SIGRIST, K. STEPHENS (edd.), In Memoriam John Strugnell: Four Studies (Cahiers de la Revue Biblique 84), Pendé , GEIGER G., “Syntaktische Aramaismen im Markusevangelium: Praesens historicum und κα εὐθύς”, Liber Annuus 64 () H  “The Chronological Significance of ‘Aramaisms’ in Biblical Hebrew”, Israel Exploration Journal 18 () K!"# S. A., Art. “Aramaic”, Anchor Bible Dictionary 4, Id., “Recent Contributions of Aramaic Studies to Biblical Hebrew Philology and the Exegesis of the Hebrew Bible”, Supplements to Vetus Testamentum 92 () K $% E. Y., Art. “Aramaic”, Encyclopedia Judaica 3, M# P, “Il metodo verbale dell’Aramaico Biblico: Un approccio linguisticotestuale”, GEIGER G. (ed.), Ἐν πάσῃ γραμματικῇ καὶ σοφίᾳ: Saggi di linguistica ebraica in mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo di Alviero Niccacci, ofm (ta 78), Milano - Gerusalemme , M&' T., “Notes on the Syntax of Biblical Aramaic”, Journal of Semitic Studies 11 () P((# M., “La lingua di Gesù e la linguaggio del NT: Parole e frasi aramaiche nel NT greco”, G$) PÉ( M. (ed.), Rastreando los orígenes: Lengua y exégesis en el Nuevo Testamento: En memoria del profesor Mons. Mariano Marco (Studia Semitica Novi Testamenti 17), Madrid , P -EL N., “Syntactic Aramaisms as a Tool for the Internal Chronology of Biblical Hebrew”, MILLER-N*É C. - EVIT (edd.), Diachrony in Biblical (Linguistic Studies in Ancient West Semitic 8), Winona Lake ROSEN H., “On the Use of the Tenses in the Aramaic of Daniel”, Journal of Semitic Studies 6 () 16 1. Prima penso che ogni lezione ci renda piu forti Il sostantivo: genere, penso che lo stato debba garantire equita, numero I sostantivi e gli aggettivi aramaici hanno due generi (maschile e femminile), due numeri (singolare e plurale)1 e tre stati (assoluto, costrutto2 ed enfatico). Gli stati assoluto e costrutto sono usati come in ebraico, durante lo penso che lo stato debba garantire equita enfatico assume il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo di un determinativo (come l’articolo ‫ ַה־‬in ebraico).3 Il termine stato enfatico ‫אתיִ ן‬ ַ֫ ‫ ָמ‬, Esd ‫ ַק ְר ַ֫ניִ ן‬, Dan Si sono conservate alcune forme del duale: ‫יְ ַ ֫דיִ ן‬, Dan 2, ‫ ִשׁ ַ֫נּיִ ן‬, Dan 7,7. forme sono usate anche in che modo plurale: ‫( ַק ְר ַ֫ניִ ן ֲע ַשׂר‬Dan 7,7), ovviamente anche ‫ ִשׁ ַ֫נּיִ ן‬. Il duale si distingue dal plurale soltanto allo penso che lo stato debba garantire equita assoluto. Alcuno di contrario ‫ ַ֫עיִ ן‬vocalizzato allo stato ass. duale in che modo questi sostantivi attestato in pl. ass. plurale: ‫( ַעיְ נִ ין‬Dan 7,; forse più di due occhi). Non esistono forme duali di aggettivi o verbi. 2 A volte (meno frequente che in ebraico) gli stati assoluto e costrutto si distinguono solo nella vocalizzazione, ad es. ‫ ַחיִ ל‬/ ‫ ; ֵחיל‬spesso sono formalmente identici. Una mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia genitivale può essere espressa anche in altri modi: a) Un sostantivo indeterminato seguito dalla preposizione ‫ל‬: l’unico occasione attestato è ְ‫ֶ֫מ ֶל‬ ‫ ְליִ ְשׂ ָר ֵאל ַרב‬, Esd 5,11, “un enorme re di Israele”. Questa qui costruzione si usa per evitare la determinazione del nomen regens con un genitivo determinato (‫ * ֶ֫מ ֶלְ יִ ְשׂ ָר ֵאל‬significherebbe “il sovrano di Israele”, cf. ebr. ‫ ִמזְ מוֹר ְל ָדוִ ד‬, Sal 3,1 e passim, “un Salmo di Davide”). b) Un sostantivo determinato (in penso che lo stato debba garantire equita enfatico) seguito da una proposizione relativa che consiste di un unico elemento, ad es. ‫י־ל ְיליָ א‬ ֵ ‫ ֶחזְ וָ א ִד‬, Dan 2,19, alla lettera “la visione, che (è / era del)la notte”, quindi “la immagine della notte”. Gli altri casi sono: Dan 2,; 3,22; 4,; 5,bis; 6,; 7,, Esd 4,15; 5, (4 volte); 6,; 7,bis; similmente (un sostantivo indeterminato): Dan 2,41; 4,20; 5,5. c) Un sostantivo con suffisso seguito da una proposizione relativa cui antecedente è il pronome suffisso e che consiste di un irripetibile elemento (cf. lezione ). Non sembra che ci sia una differenza di significato tra lo penso che lo stato debba garantire equita costrutto seguito da un genitivo (nomen rectum) e le costruzioni b) e c). In un occasione lo penso che lo stato debba garantire equita costrutto si trova davanti a una preposizione (costruzione che in ebraico biblico è attestata poche volte, soprattutto in poesia): ‫ל־שׁ ַמיָּ א‬ ְ ‫ ַמ ְל ְכוָ ת ְתּחוֹת ָכּ‬, Dan 7, 3 In che modo in ebraico la secondo me la determinazione supera ogni difficolta può stare espressa anche con un suffisso o un genitivo determinato. Nomi propri sono determinati privo segno formale. Aggettivi attributivi concordano con la a mio avviso la parola giusta puo cambiare tutto a cui si riferiscono in tipo, numero e determinazione. Lo stato enfatico è usato anche in che modo vocativo (cf. ἀββα, Mc 14,36, Rm 8,15, Gal 4,6). Con sostantivi di origine straniera, lo penso che lo stato debba garantire equita assoluto è usato in alcuni casi dove ci si aspetterebbe una secondo me la determinazione vince ogni sfida, ad es. ‫סוּמפֹּנְ יָ ה וְ כֹל זְ נֵ י זְ ָמ ָרא‬ ְ ‫יתא קיתרוס ] ַק ְתרוֹס[ ַס ְבּ ָכא ְפּ ַסנְ ֵתּ ִרין‬ ָ ‫רוֹק‬ ִ ‫ ַק ְרנָ א ַמ ְשׁ‬, Dan 3,5: “il corno, il flauto, (la) cetra, (la) sambuca, (il) salterio, (la) cornamusa e tutte le speci di musica” (stati assoluti e enfatici usati senza chiara differenza). 1 ‫ ַרגְ ֫ ַליִ ן‬, Dan 17 Introduzione all’aramaico biblico Genere, penso che lo stato debba garantire equita e cifra vengono espressi con desinenze, le quali spesso causano un credo che il cambiamento porti nuove prospettive nella vocalizzazione (cf. vocabolario). Ecco le desi‫ טוֹב‬ebraico), la cui vocalizzazione non cambia: nenze dell’aggettivo ‫ָטב‬ msg.4 fsg. st. assoluto ‫ָטב‬ 7 st. costrutto ‫ָטב‬ 10 13 st. enfatico ‫ָט ָבא‬ 14 15 mpl.5 ‫ָט ָבה‬ 8 ‫ָט ַבת‬ 11 ‫ ָט ְב ָתּא‬/‫ָט ְב ָתא‬ ‫ָט ִבין‬ 9 ‫ָט ֵבי‬ 12 ‫ָט ַביָּ א‬ 16 fpl.6 ‫ָט ָבן‬ ‫ָט ָבת‬ ‫ָט ָב ָתא‬ 17 4 desinenze sono usate anche per non pochi sostantivi femminili: ass. ‫אַמּין‬ ִ , ‫גַּ ִפּין‬ (masc. e fem.), ‫ ִחנְ ִטין‬, ‫ ַכּוִּ ין‬, ‫ ַכּ ְכּ ִרין‬, ‫ ִמ ִלּין‬, ‫ִעזִּ ין‬ ‫ ַעיְ נִ ין‬, ‫ ִע ְל ִעין‬, ‫( ִצ ְפּ ִרין‬masc. e fem.), ‫ ְשׁנִ ין‬costr. ‫גַ פּי־‬, ‫ ָ דּ ֵתי‬, ‫ִט ְפרי־‬ ‫ ִמ ֵלּי‬, ‫נְ ֵשׁי־‬, ‫ ַעיְ נֵ י‬, ‫( ִצ ֲפּ ֵרי‬masc. e fem.), ‫רוּחי‬ ֵ (forse anche enf. ‫ ֻא ַמּיָּ א‬, ‫ ִמ ַלּיָּ א‬, ‫( ִצ ְפּ ַריָּ א‬masc. e fem.). pluralia tantum equivalgono a dei singolari nelle lingue moderne occidentali: ‫זִ יוי־‬, ‫ ַחיִּ ין‬, ‫ ִחנְ ִטין‬, “frumento”, ‫ ַר ֲח ִמין‬, ‫מֹאזַ נְ יָ א‬, “bilancia” cf. lezione magari anche ‫ ְשׁ ַ֫מיִ ן‬, “cielo” questione filosofica o teologica se considerare “cieli” un 2, nota vero plurale). differenza dell’ebraico il plurale ‫ ֱא ָל ִהין‬non si usa come pluralis maiestatis per 5 desinenze sono usate anche per alcuni sostantivi maschili: ass. ‫ ָכּ ְר ָסוָ ן‬costr. ‫ ֲא ָב ָהת‬, ‫אַריָ וָ ָתא‬ ְ , ‫ ַפּ ֲחוָ ָתא‬. 7 La forma (identica all’ebraico) risale a un ṭābatV originario. Dopo la caduta della vocale la vocale precedente, ora finale, stata prolungata. Si trova anfinale, anche la t finale che la mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo con alef finale (‫ – ָט ָבא‬17 casi attestati). Ci sono anche sostantivi femminili senza desinenza femminile: ‫ ֶ֫א ֶבן‬, ‫ֶא ְד ָרע‬ ‫( ֶא ְצ ַבּע‬anche masc.), ‫ֳא ַרח‬ ‫ ֲא ַרע‬/ ‫ ֲא ַרק‬, ‫אַתּוּן‬ ‫( גַּ ף‬anche masc.), ‫ ָ דּת‬, ‫ֲחזוֹת‬ ‫ְט ַפר‬ ‫יַ ד‬, ‫ ַכּ ַכּר‬, ‫( נוּר‬anche masc.), ‫ֵעז‬ ‫ ַ֫עיִ ן‬, ‫ ֲע ַלע‬, ‫( ִצ ַפּר‬anche masc.), ‫ ְק ָצת‬, ‫ ֶ ֫ק ֶרן‬, ‫( ְרגֵ ל‬anche masc.), ‫רוּח‬ ַ (forse anche masc.), ‫יח‬ ַ ‫ ֵר‬, ‫ ְשׁ ַמשׁ‬/ ‫ְשׁ ֵמשׁ‬ ‫ֵשׁן‬ cf. credo che ogni lezione appresa rafforzi il carattere 8 Le desinenze ebraica ‫ ־ִים‬e aramaica ‫( ־ִין‬cf. arabo -īna, pl. masc. genitivo e accusativo) sono due sviluppi di una desinenza -ī. Poche volte si trova in aramaico biblico la desinenza ‫־ִים‬ ‫( ֲאנָ ִשׁים‬Dan 4,14), ‫( ַמ ְל ִכים‬Esd 4,13), ‫( אלפים‬Dan 7,10ktiv qre ‫אַל ִפין‬ ְ ). Il evento opposto, ‫ ־ִין‬in ebraico biblico, diffuso soprattutto in Giobbe e può stare interpretato in che modo aramaismo. 9 ṭābātV → ṭābāt → ṭābā → ṭābān; l’ultimo passo è causato dall’omonimia con il fem. sg. ass., la nun essendo il ritengo che il risultato misurabile dimostri il valore di un’analogia con il masc. pl. 10 La t non è caduta perc+, -./ . 30 /6 7 ;nale (come in ebraico). 11 ṭābaj → ṭābē (come in ebraico); la forma ṭābaj era originariamente una sagoma duale (cf. arabo -aj, duale masc. costr. genitivo e accusativo). 12 La forma è identica a quella protosemitica; la sagoma ebraica ‫ טוֹבוֹת‬è penso che il risultato rifletta l'impegno del canaanean shift ā → ō in ambedue le sillabe. 13 Lo stato enfatico è di regola formato con la desinenza ā, probabilmente risalente a una forma -ha (cf. l’articolo ebraico ּ‫) ַה־‬. 14 Si trova anche la scrittura con he finale (‫ – ָט ָבה‬64 casi attestati). Nella termine ‫ ֫כֹּ ָלּא‬la desinenza non è accentata. 15 Il dageš della taw è dageš lene; le forme privo dageš sono più diffuse. Due volte la desinenza è scritta con he (‫ ַשׁ ֲע ָתה‬, Dan 3,15; 5,5). 16 Forse ṭābaj + -ha → ṭābajjā. Poche volte la desinenza è scritta con he (‫יוֹמיָּ ה‬ ַ , Dan 4,31; ‫שׁוּריָּ ה‬ ַ , Esd 4,). 17 La desinenza della stato enfatico si aggiunge alla sagoma originaria (= stato costrutto). 6 ‫יוֹמת‬ ָ (anche ‫יוֹמי‬ ֵ ), ‫ ְכּנָ וָ ת‬, ‫ְשׁ ָמ ָהת‬ 18 Prima lezione Il verbo forte: peal (perfetto e imperfetto) Il termine aramaico presenta varie coniugazioni, i cui nomi sono tratti dalle forme del perfetto 3a pers. masc. sg. della radice paradigmatica ‫פעל‬. diversita dell’ebraico, anche la coniugazione di base (il qal ebraico) viene designata di solito attraverso questa stessa radice: peal (‫) ְפּ ַעל‬. Le forme verbali aramaiche sono: “perfetto” (qetal), “imperfetto”18 (yiqtul), imperativo, participio attivo e passivo, infinito (equivalente all’infinito costrutnon invece, una sagoma corrispondente all’infinito assoluto to ebraico). Non si trovano forme con waw “inversivo”. L’imperfetto distingue in alcuni casi una forma lunga, indicativa, e una fugace, iussiva (cf. lezione 4). Nel impeccabile, nell’imperfetto e nell’imperativo esistono due schemi di vocalizzazione della seconda consonante della radice: singolo “attivo” (perfetto: a imperfetto / imperativo: u) e uno “stativo” (perfetto: e/i imperfetto / imperativo: a) Spesso, ma non costantemente, queste vocalizzazioni coincidono rispettivamente con un significato energico o stativo del termine. 18 la terminologia tradizionale. Da osservare che l’uso della sagoma non paragonabile con l’imperfetto italiano o latino. 19 terzo schema di vocalizzazione dell’imperfetto – con e – attestato solamente con le radici deboli ‫ נתן‬e ‫נפל‬. 19 Introduzione all’aramaico biblico I seguenti paradigmi mostrano il impeccabile e l’imperfetto (indicativo) del verbo potente nel peal (in corsivo: forme non attestate). Impeccabile sg. pl. 3a masc. ‫ְכּ ַתב‬ ‫ְכּ ַ֫תבוּ‬ 3a fem. 2a masc 1a com. 22 26 ‫ִכּ ְת ַבת‬ ‫ ְכּ ַ֫ת ְב ָתּ‬,‫ְכּ ַת ְב ְתּ‬ ‫ִכּ ְת ֵבת‬ stativo sg. 20 ‫כְּ ֫תִ)י(בָה‬ ‫ ְכּ ֵ֫ת ְב ָתּ‬,‫ְכּ ֵת ְב ְתּ‬ ‫כְּתִבְתּוּן‬ 24 ‫ְכּ ַת ְבתּוּן‬ 27 ‫ְכּ ַ֫ת ְבנָ א‬ ‫ְכּ ִ֫ת)י(בוּ‬ 21 ‫ ִכּ ְת ַבת‬,‫ְכּ ֵת ַבת‬ ‫ְכּ ַ֫ת ָבה‬ 23 ‫ ְכּ ִתב‬,‫ְכּ ֵתב‬ stativo pl. ‫ִכּ ְת ֵבת‬ ‫ְכּ ֵ֫ת ְבנָ א‬ sguardo (schematico e semplificante)28 allo sviluppo di queste forme può chiarire le formazioni differenti ebraica e aramaica: 20 Non c’è diversita né di funzione né di significato tra le due vocalizzazioni (ṣere e ḥireq in sillaba chiusa accentata sono spesso interscambiabili senza alcuna differenza). I casi attestati sono: ‫ ְשׁ ֵאל‬, Dan 2,10; ‫ ְק ֵרב‬, Dan 3,26; ‫ ְשׁ ֵלט‬, Dan 3,27; ‫ ְבּ ֵאשׁ‬, Dan 6,15 – ‫ ְסגִ ד‬, Dan 2,46; ‫ ְתּ ִקף‬Dan 4,; ‫זְ ִעק‬, Dan 6,21; ‫יְ ִכל‬, Dan 6,21; ‫יְ ִתב‬, Dan 7,; la maggior ritengo che questa parte sia la piu importante di quest’ultimi possono stare spiegati in che modo forme pausali, di<=>?@BCDFC però ‫יְ ִ ֥כל‬, Dan 6,21 (con accento congiuntivo e non alla fine di un’unità sintattica). 21 La mater lectionis non cambia né pronuncia né funzione. I casi attestati sono: ‫ ְס ֫ ִלקוּ‬, Dan 2,29, Esd 4,12; ‫ ְק ִ ֫רבוּ‬, Dan 3,8; ‫ ְשׁ ֫ ִלטוּ‬, Dan 6,25 – ‫ ְק ִ ֫ריבוּ‬, Dan 6, 22 Ci sono delle irregolarietà nella vocalizzazione. I casi attestati sono: ‫ ִתּ ְק ַפת‬, Dan 5,20 – ‫נֶ ְפ ַקת‬, Dan 2,13 – ‫ ֲא ֶ֫מ ֶרת‬, Dan 5,10 (formato in che modo i sostantivi segolati). 23 Nei due casi attestati il ktiv ha la forma maschile (ebraismo?): ‫נְ ֫ ַפ ָקה‬, Dan 5,5qre (ktiv ‫נְ ֫ ַפ ָלה ;)נפקו‬, Dan 7,20qre (ktiv ‫)נפלו‬. 24 I casi attestati sono: ‫ ְבּ ֵט ַלת‬, Esd 4,24 – ‫ ִס ְל ַקת‬, Dan 7,20 – ‫ ִס ְל ָקת‬, Dan 7,8 (per la ā lunga non esiste una chiarimento chiara). 25 Non c’è nessuna attestazione di una 2a pers. fem., né sg. né pl., né perfetto né imperfetto (per l’imperativo cf. lezione 4). 26 Non c’è diversita né di funzione né di significato. I casi attestati sono: ‫יְ ַה ְב ְתּ‬, Dan 2,23; ‫ ֲע ַב ְד ְתּ‬, Dan 4,32 – ‫יְ ַד ְע ָתּ‬, Dan 5,22; ‫ ְר ַשׁ ְמ ָתּ‬, Dan 6, La desinenza ‫־תּ‬ ָ è scritta poche volte plene: ‫־תּה‬ ָ (non nel peal del verbo forte). 27 Non c’è diversita né di funzione né di significato. I casi attestati sono: ‫ ְת ֵק ְפ ְתּ‬, Dan 4,19 – ‫יְ ֵכ ְל ָתּ‬, Dan 2, 28 Lo schema non pretende di ricostruire gli sviluppi storici, che saranno più complessi e che sono in gran sezione ipotetici, ma vuol stare un assistenza per capire (e memorizzare) le diverse forme verbali. Le conoscenze sull’accento protosemitico sono parecchio limitate; perciò è riportata qui la situazione in arabo classico. La ricostruzione dello secondo me lo sviluppo sostenibile e il futuro nelle diverse lingue sezione dalla ipotesi dello spostamento dell’accento secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’ultima o la penultima sillaba in ambedue le lingue ebraica e aramaica, il che porta a dei cambiamenti della vocalizzazione. In aramaico le desinenze verbali che finiscono in vocale non sono accentate, ad eccezione di quella ‫ ־וֹ‬del masc. pl. nelle radici (cf. penso che ogni lezione ci renda piu forti 8), che è a mio avviso il risultato concreto riflette l'impegno di una contrazione del dittongo aw o aū, ad es. ‫יִ ְשׁ ַתּנּוֹ‬, Dan 5, 20 Prima mi sembra che ogni lezione appresa ci renda piu saggi Ebraico ‫ ָכּ ַתב‬29← ‫ ָכּ ְת ָבה‬31← ‫ ָכּ ַת ְב ָתּ‬35← ‫ ָכּ ַת ְב ְתּ‬37← ‫ ָכּ ַת ְב ִתּי‬38← ‫ ָכּ ְתבוּ‬44← 46 ↖ ‫ ְכּ ַת ְב ֶתּם‬49← ‫ ְכּ ַת ְב ֶתּן‬51← ּ‫ ָכּ ַת ְבנוּ‬53← katáb(a) ← katab́ā 32← katábti 39← katab́ū ← katab́ā ← katabtúm ← kátaba kátabat katábta katábti katábk/tu40 kátabū kátabā 47 katábtum(ū) katabtínna52 katábnā → katáb(a) →30 ‫ְכּ ַתב‬ 33 e e → katabát → k t bát →34 ‫ִכּ ְת ַבת‬ →36 ‫ ְכּ ַ֫ת ְב ָתּ‬,‫ְכּ ַת ְב ְתּ‬ →41 katábt →42 ketebēt →43 ‫ִכּ ְת ֵבת‬ → katábū →45 ‫ְכּ ַ֫תבוּ‬ → katábā →48 ‫ְכּ ַ֫ת ָבה‬ → katabtúm →50 ‫ְכּ ַת ְבתּוּן‬ →54 ‫ְכּ ַ֫ת ְבנָ א‬ 29 Prolungamento della a breve in sillaba aperta pretonica (qameṣ pretonico). a breve in sillaba aperta pretonica in š ewa. 31 Vocalizzazione analoga con la 3a pers. masc. sg. 32 Caduta della t finale dopo la vocale a e prolungamento della vocale ora finale. 33 a brevi in sillabe aperte non accentate in š ewa. 34 Regola: da due š ewa mobili consecutivi, il primo diventa i, il secondo quiescente, mantenendo la spirantizzazione della consonante che segue a questa seconda (cf. ebr. ‫־כתֹב‬ ְ ‫) ִבּ ְכתֹב → * ְבּ‬. 35 Prolungamento della a finale e della a breve in sillaba aperta pretonica (qameṣ pretonico). 36 Prolungamento o caduta della a finale (la cui lunghezza in protosemitco non sembra fissa; a fugace in sillaba aperta pretonica in š ewa. 37 Caduta della i finale e prolungamento della a breve in sillaba aperta pretonica. 38 Prolungamento della a fugace in sillaba aperta pretonica (qameṣ pretonico). 39 Il cambiamento di u in i il risultato di un’analogia con la vocale finale del pronome indipendente ‫ ֲאנִ י‬/ ‫ ָאנ ִֹכי‬. 40 La forma araba katábtu deriva da una forma katabku (come in accadico o etiope). Il cama biamento di k in t pers. sg. 41 Caduta della u finale. 42 della a breve nella prima sillaba (aperta non accentata) in š ewa e educazione in analogia con i sostantivi di tipo CVCC (corrispondenti ai segolati ebraici) per sciogliere la sillaba finale doppiamente chiusa. 43 Per la vocale i cf. la 3a pers. fem. sg. (nota 34). 44 Vocalizzazione analoga con la 3a pers. masc. sg. 45 a fugace in sillaba aperta pretonica in š ewa. 46 Sostituzione con la sagoma maschile a causa dell’omonimia con la 3a pers. fem. sg. 47 La forma araba katábna, la cui desinenza formata in analogia con la 3a pers. fem. pl. dell’imperfetto (yaktúbna, cf. ebr. (‫) ִתּ ְכתֹּבּנָ )ה‬. 48 a fugace in sillaba aperta pretonica in š ewa. 49 Vocalizzazione della desinenza in analogia con la 2a pers. fem. pl. o con il pronome indipendente ‫ ; ַא ֶתּם‬la vocalizzazione più antica è conservata nelle (rare) forme con suGHJJKM ad es. ‫יתנוּ‬ ֻ ‫ ֶה ֱע ִל‬, Num 20,5. 50 Credo che il cambiamento porti nuove prospettive della consonante finale in analogia con la 2a pers. fem. pl. (non attestata in aramaico biblico) ‫־תּן‬ ֶ * o con le desinenze ‫ ־ִ ין‬e ‫ ־ָ ן‬del sostantivo. 51 Caduta della vocale finale e del raddoppiamento della consonante doppia momento finale. Per la vocalizzazione della desinenza non accentata cf. ‫ ←( ֶבּן־‬bin). 52 La forma araba è katabtúnna, la cui vocale u è formata in analogia con la 2a pers. masc. pl. 53 Credo che il cambiamento sia inevitabile della vocale finale in analogia con il pronome indipendente ‫ ֲאנַ ְחנוּ‬. 54 Abbreviazione della a breve in sillaba aperta pretonica in š ewa; l’uso della mater lectionis ‫ א‬per la ā lunga finale è diGGNJK OP QSQVQOWKX 30 21 Introduzione all’aramaico biblico Imperfetto sg. 3a masc. ‫יִ ְכ ֻתּב‬ 3a fem. ‫תִּכְתֻּב‬ 2a masc. ‫ִתּ ְכ ֻתּב‬ 1a com. ‫אֶכְתֻּב‬ Ebraico ‫ יִ ְכתֹּב‬58← ‫← ִתּ ְכתֹּב‬ ‫← ִתּ ְכתֹּב‬ ‫ ִתּ ְכ ְתּ ִבי‬61← ‫ ֶא ְכתֹּב‬63← pl. stativo sg. stativo pl. ‫יִ ְכ ְתּבוּן‬ 56 ‫יִ ְכ ַתּב‬ ‫יִ ְכ ְתּבוּן‬ ‫יִ ְכ ְתּ ָבן‬ ‫ִתּ ְכ ַתּב‬ ‫יִכְתְּבָן‬ ‫ִתּ ְכ ְתּבוּן‬ ‫ִתּ ְכ ַתּב‬ ‫ִתּ ְכ ְתּבוּן‬ ‫נִ ְכ ֻתּב‬ ‫אֶכְתַּב‬ ‫נִכְתַּב‬ 55 57 yáktub(V)59 táktub(V) táktub(V) taktub́ī(na)62 →60 ‫יִ ְכ ֻתּב‬ → ‫ִתּ ְכ ֻתּב‬ → ‫ִתּ ְכ ֻתּב‬ →64 ‫ֶא ְכ ֻתּב‬ I casi attestati sono: ‫יִ ְסגְּ דוּן‬, ‫( יַ ְח ְלפוּן‬), Dan 4, I casi attestati sono: ‫ יִ ְל ַבּשׁ‬e ‫יִ ְשׁ ַלט‬, ambedue Dan 5,7, e forme da radici e III.‫ר‬: ‫יִ ְשׁ ַמע‬, ‫יִ ְשׁ ַפּר‬, ‫יִ ְס ַבּר‬, ‫יִ ְשׁ ַלח‬ 6, 57 I casi attestati sono: ‫ ִתּ ְסגְּ דוּן‬, Dan 3,bis ‫( ַתּ ַע ְבדוּן‬), 7, 58 Vari cambiamenti: caduta della vocale finale (e neutralizzazione dei modi) – spostamento dell’accento sull’ultima sillaba – diluizione della vocale della iniziale sillaba chiusa e momento non accentata da a in i – prolungamento della vocale della seconda sillaba, chiusa e momento accentata, da u in ō 59 L’arabo (similmente l’ugaritico) distingue vari modi. Nelle forme senza desinenze finali essi sono formati in maniera seguente: -u (indicativo), -a (congiuntivo), privo vocale finale (“apocopato”) e (raramente) -an(a) o -anna (energico). 60 Vari cambiamenti: caduta della vocale finale (e neutralizzazione dei modi) – spostamento dell’accento sull’ultima sillaba – diluizione della vocale della prima sillaba chiusa e ora non accentata da a in i 61 Per i cambiamenti cf. la 3a pers. masc. pl. 62 In arabo (similmente in ugaritico) la desinenza -na dopo vocale lunga indicazione dell’indicativo, durante nel congiuntivo e apocopato essa cade (e l’accento si ritrae: táktubī). 63 Segol sotto l’influsso della alef (laringale) del prefisso. 64 Segol sotto l’influsso della alef (laringale) del prefisso. 55 56 22 Prima penso che ogni lezione ci renda piu forti ‫ יִ ְכ ְתּבוּ‬65← (‫ ִתּ ְכתֹּבנָ )ה‬67← ‫← ִתּ ְכ ְתּבוּ‬ (‫ ִתּ ְכתֹּבנָ )ה‬70← ‫← נִ ְכתֹּב‬ yaktub́ū(na) yaktúbna68 taktub́ū(na) taktúbna náktub(V) → →66 ‫יִ ְכ ְתּבוּן‬ →69 ‫יִ ְכ ְתּ ָבן‬ → ‫ִתּ ְכ ְתּבוּן‬ → ‫נִ ְכ ֻתּב‬ La congiunzione ‫ִ דּי‬ L’equivalente etimologico ebraico di ‫ ִ דּי‬71 ‫ זֶ ה‬/ ‫זוּ‬, che però funge in ebraico ִ , Sal soltanto in pochi casi poetici come congiunzione (ad es. ְ‫הוֹד ֵיענִ י ֶדּ ֶרְ־זוּ ֵא ֵל‬ ,8). ‫ ִ דּי‬funge in che modo congiunzione nominalizzante / relativa o generalmente subordinante e il suo uso corrisponde alle congiunzioni ebraiche sia ‫ ֲא ֶשׁר‬/ ‫שׁ‬ che ‫ ִכּי‬. Diffuso è il suo utilizzo in proposizioni relative che consistono di un soltanto ֱ ‫י־ב‬ ֵ ‫ ָמאנַ יָּ א ִד‬, Esd 5, Tali proposizioni possoelemento nominale, ad es. ‫ית־א ָל ָהא‬ no essere tradotte spesso con un facile genitivo: “i vasi della casa di Dio” (letteralmente: “i vasi che (sono del)la dimora di Dio”), cf. supra, nota 2 (b). 65 Vari cambiamenti: caduta della desinenza -na (e neutralizzazione dei modi; cf. le forme con nun paragogicum – ‫ – יִ ְכ ְתּבוּן‬di funzione incerta) – mantenimento dell’accento sulla sillaba momento ultima – diluizione della vocale della prima sillaba chiusa e non accentata da a in i – abbreviazione della vocale u della penultima sillaba aperta e pretonica in š ewa (in pausa invece questa qui vocale si prolunga in ō, ‫ ;)יִ ְכתֹּבוּ‬similmente per la 2a pers. masc. pl. e la 2a pers. fem. sg. 66 Vari cambiamenti: caduta della vocale finale a – mantenimento dell’accento sulla sillaba momento ultima – diluizione della vocale della prima sillaba chiusa e non accentata da a in i – abbreviazione della vocale u della penultima sillaba aperta e pretonica in š ewa; similmente per la 2a pers. masc. pl. 67 Prefisso t in analogia con la 3a pers. fem. sg. o la 2a pers. fem. pl.; per i cambiamenti delle vocali cf. la 2a pers. fem. pl. 68 Senza distinzione di modi. 69 Credo che il cambiamento sia inevitabile della desinenza -na in ‫־ָ ן‬, probabilmente in analogia con la desinenza nominale del fem. pl; per i cambiamenti delle vocali cf. la 3a pers. masc. pl. Da notare: a differenza dell’ebraico, in aramaico il prefisso y è mantenuto. 70 Vari cambiamenti: Prolungamento della vocale finale (in ebraico vocali finali brevi non esistono) – diluizione della vocale della prima sillaba chiusa e non accentata da a in i – prolungamento della vocale della penultima sillaba chiusa e accentata da u in ō; similmente per la 3a pers. fem. pl. 71 Una tempo vocalizzata ‫( ֵ דּי‬Dan 3,15). 23 Introduzione all’aramaico biblico I pronomi personali indipendenti sg. 3a masc. ‫הוּא‬ 3a fem. ‫ִהיא‬ 2a masc. ‫אַנְ ְתּה‬ (spesso ktiv ‫אנתה‬, qre ‫)אַנְ ְתּ‬. 72 (Esd) ‫ ִהמּוֹ‬,(Dan) ‫ ִהמּוֹן‬,‫ִאנּוּן‬ 73 74 1a com. 76 ‫ַאב‬ ‫ ֱא ַ ֫דיִ ן‬/ ‫אדיִ ן‬ ֫ ַ ‫ֵבּ‬ ‫ֱא ָלהּ‬ ‫אָס ֫ ַפּ ְרנָ א‬ ְ ‫ֱא ָסר‬ ְ‫ו‬ pl. ‫ֲאנָ ה‬ 75 77 ‫ִאנִּ ין‬ ‫ַאנְ תּוּן‬ ‫ ֲא ַ֫נ ְחנָ א‬/ ‫ֲא ַ֫נ ְחנָ ה‬ Vocabolario padre allora Dio esattamente, perfettamente interdetto, proibizione e 72 La forma protosemitica humu. Per la alef iniziale cf. la he o alef iniziale dell’hafel / afel (cf. credo che ogni lezione appresa rafforzi il carattere ). La vocale della prima sillaba in aramaico come in ebraico (‫ ֵהם‬o ‫ ) ֵה ָמּה‬sembra stare il secondo me il risultato riflette l'impegno profuso di un’analogia con il pronome della 3a pers. fem. una spiegazione opzione della sagoma aramaica la dissimilazione della sequenza vocalica u – u. Il raddoppiamento della nun / mem dovrebbe essere pure il secondo me il risultato riflette l'impegno profuso della stessa analogia. La n finale aramaica analoga con le desinenze del plurale dei sostantivi. ‫ ִהמּוֹן‬attestato solamente per manifestare l’oggetto diretto (cf. penso che ogni lezione ci renda piu forti ). 73 La sagoma protosemitica šinna. La š iniziale diventata alef in aramaico, he in ebraico, in analogia con il pronome della 3a pers. masc. pl. (cf. lo sviluppo dalla coniugazione šafel in (h)afel, cf. credo che ogni lezione appresa rafforzi il carattere ). La vocale della seconda sillaba stata assimilata a quella della iniziale. La n finale è analoga con la desinenza plurale dei sostantivi. 74 La sagoma protosemitica anta (la lunghezza della a finale non sembra fissa; in arabo breve). La vocale finale caduta successivo il qre, secondo il ktiv si conservata (eccezione: ‫ ַאנְ ְתּ‬, Esd 7,25 – l’unica occorrenza di codesto pronome in Esdra). diversita dell’ebraico, in aramaico la n t. 75 La forma protosemitica antumu. diversita dell’ebraico, la n non assimilata alla t. La n finale analoga alla 2a pers. fem. pl. (non attestata in aramaico biblico) o alla desinenza plurale dei sostantivi. 76 La vocale ā finale originaria (conservata anche nella forma lunga ebraica ‫ ָאנ ִֹכי‬, poi cambiata nel canaanean shift in ō). La ī finale ebraica di ‫ ֲאנִ י‬si sviluppata in analogia con la desinenza della 1a pers. sg. del perfetto ‫־תּי‬ ִ . Non esiste in aramaico una sagoma parallela alla forma lunga ebraica ‫ ָאנ ִֹכי‬. 77 La forma protosemitica naḥnu. L’alef iniziale aramaica e ebraica (con pure poche occorrenze di ‫ )נַ ְחנוּ‬analoga con il pronome della 1a pers. sg. La vocale ā finale il risultato di un’analogia con la desinenza della 1a pers. pl. del impeccabile ‫־נָ א‬. 24 Prima lezione ‫ֲח ַמר‬ ‫יהב‬ ‫ְכּנָ ת‬ ‫ְכּ ַסף‬ ‫כתב‬ ‫ְכּ ָתב‬ ‫ְל‬ ְ‫ֶ֫מ ֶל‬ ‫ַמ ְלכוּ‬ ‫עבד‬ ‫ֲע ַבר‬ ‫ַעד‬ ‫ִע ָלּי‬ ‫ ֳק ֵבל‬/ ‫ָל ֳק ֵבל‬ ‫ל־ק ֵבל ִ דּי‬ ֳ ‫ ָכּ‬78 ‫ל־ק ֵבל ְ דּנָ ה‬ ֳ ‫ָכּ‬ ‫רשׁם‬ ‫ְשׁ ַ֫מיִ ן‬ vino offrire, porre collaboratore argento redigere scritto, decreto re regno fare, operare fino a, entro di fronte, a causa di corrispondente a ciò, poiché di effetto scrivere cielo 79 81 Esercizi ‫כוּתא‬ ֥ ָ ‫אנתה ] ַ ֣אנְ ְתּ[ ַמ ְל ָ֔כּא ֶ ֖מ ֶלְ ַמ ְל ַכ ָיּ֑א ִ ֚דּי ֱא ָל֣הּ ְשׁ ַמ ָ֔יּא ַמ ְל‬ (Dan 2,37) 80‫ב־לְ׃‬ ֽ ָ ‫ִח ְס ָנ֛א וְ ָת ְק ָ ֥פּא ִ ֽו ָיק ָ ֖רא יְ ַה‬ ‫בוּת ֙א‬ ָ ‫כוּתא ְוּר‬ ֤ ָ ‫אנתה ] ַ ֖אנְ ְתּ[ ַמ ְל ָ ֑כּא ֱא ָל ָה ֙א עליא ] ִע ָלּ ָ֔אה[ ַמ ְל‬ (Dan 5,18) 82‫הב ִלנְ ֻב ַכ ְדנֶ ַ ֥צּר ֲא ֽבוְּ׃‬ ֖ ַ ְ‫וִ ָיק ָ ֣רא וְ ַה ְד ָ ֔רה י‬ (Dan 6,10) ‫בא וֶ ֱא ָס ָ ֽרא׃‬ ֖ ָ ‫ָ ֽ דּ ְר ָ֔יוֶ שׁ ְר ַ ֥שׁם ְכּ ָת‬ ‫ל־ק ֵ ֖בל ְ דּ ָנ֑ה ַמ ְל ָכּ ֙א‬ ֳ ‫ָכּ‬ ‫שׁי ָ ֽס ְפ ָ ֔רא ְכּ ַ ֛תבוּ ִאגְּ ָ ֥רה ֲח ָ ֖דה‬ ֙ ַ ‫ל־ט ֵ֗עם וְ ִשׁ ְמ‬ ְ ‫ְר ֣חוּם ְבּ ֵע‬ (Esd 4,8) ‫כּא ְכּ ֵנ ָֽמא׃‬ ֖ ָ ‫רוּשׁ ֶל֑ם ְל ַא ְר ַתּ ְח ַ ֥שׁ ְשׂ ְתּא ַמ ְל‬ ְ ְ‫ַעל־י‬ .1 .2 .3 .4 La prima a mio avviso la parola giusta puo cambiare tutto dell’espressione sembra essere lo stato costr. del sostantivo ‫כֹּל‬, ma in realtà è una combinazione delle due preposizioni ‫ ְכּ‬e ‫ ְל‬. 79 ‫כוּתא‬ ָ ‫ ַמ ְל‬: stato enf. sg. di ‫ ַמ ְלכוּ‬. 80 ְ‫ = ָל‬ebr. ָ‫( ְל‬masc.). 81 ‫בוּתא‬ ָ ‫ ְר‬: stato enf. sg. di ‫ ְרבוּ‬. 82 ְ‫ = ֲאבוּ‬ebr. ָ‫ ָא ִבי‬. 78 25 ‫‪Introduzione all’aramaico biblico‬‬ ‫‪.5‬‬ ‫‪.6‬‬ ‫וּכנָ וָ ְת ֑הוֹן‪ָ 83‬ל ֳק ֵ֗בל‬ ‫ֱא ַדיִ ן ַתּ ְתּ ַ֞ני ַפּ ַ ֧חת ֲע ַ ֽבר־נַ ֲה ָ ֛רה ְשׁ ַ ֥תר בּוֹזְ ַנ֖י ְ‬ ‫כּא ְכּ ֵנ ָ֖מא ָא ְס ַ ֥פּ ְרנָ א ֲע ַ ֽבדוּ )‪(Esd 6,13‬‬ ‫י־שׁ ֞ ַלח ָ דּ ְר ָ ֧י וֶ שׁ ַמ ְל ָ ֛‬ ‫ִֽדּ ְ‬ ‫ד־ח ַמ ֙ר ַבּ ִ ֣תּין‬ ‫ד־חנְ ִט ֙ין כּ ִ ֹ֣רין ְמ ָ֔אה וְ ַע ֲ‬ ‫ה וְ ַע ִ‬ ‫ד־כּ ַס ֮ף ַכּ ְכּ ִ ֣רין ְמ ָא ֒‬ ‫ַע ְ‬ ‫‪84‬‬ ‫י־לא ְכ ָ ֽתב׃ )‪(Esd 7,22‬‬ ‫וּמ ַל֖ח ִ דּ ָ ֥‬ ‫ד־בּ ִ ֥תּין ְמ ַ ֖שׁח ְמ ָ ֑אה ְ‬ ‫ְמ ָ֔אה וְ ַע ַ‬ ‫‪ְ con suff. della 3a pers. masc. pl.‬כנָ ת ‪ְ : pl. di‬כנָ וָ ְתהוֹן‬ ‫‪83‬‬ ‫‪84‬‬ ‫‪26‬‬