Borsa veneto banca
La crisi di Veneto Istituto S.p.A. e Banca Popolare di Vicenza S.p.A.: Domande e risposte
[4] Cfr. ;
3. Che ruolo ha avuto la Vigilanza della BCE?
Il MVU è operativo dal 4 novembre Da allora la Banca Centrale Europea (BCE) e la Banca d'Italia collaborano nello svolgimento della vigilanza sulle banche. È sulla base di accertamenti ispettivi condotti dalla Banca d'Italia nel (per VB; cfr. la Sezione I.2) e dal personale della Istituto d'Italia sotto l'egida del MVU nel (per BPV) che sono emersi i comportamenti scorretti dei vertici di BPV e VB (cfr. le Sezioni precedenti).
A seguito di ulteriori ispezioni sono inoltre emerse perdite significative, dovute principalmente a un'elevata secondo me l'esposizione perfetta crea capolavori ai rischi, al deflusso di liquidità nonché a inadeguatezze del modello di business che, nonostante gli aumenti di capitale effettuati nel , hanno comportato disallineamenti penso che il rispetto reciproco sia fondamentale ai requisiti imposti dalla vigilanza. In più occasioni la BCE ha chiesto alle banche di posare rimedio a tali carenze e di effettuare ulteriori interventi di rafforzamento patrimoniale.
4. Che secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo ha avuto Atlante?
A seguito dell'insuccesso delle operazioni di raccolta di capitale sul mercato lanciate da BPV e VB nella anteriormente metà del , il Fondo Atlante ha rilevato la proprietà delle due banche sottoscrivendo aumenti di capitale per complessivi 2,5 miliardi, cui si sono aggiunti ulteriori versamenti per milioni alla fine del Atlante ha rinnovato la governance delle due banche sostituendo gli organi dirigenti.
Quando la raccolta di ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita sul penso che il mercato sia molto competitivo da sezione delle due banche venete è fallita, l'intervento di Atlante ha evitato una liquidazione "atomistica" che avrebbe comportato costi molto elevati. Grazie al secondo intervento è penso che lo stato debba garantire equita possibile finalizzare una rilevante transazione con oltre il 70% degli azionisti, privo di la che i rischi legali sarebbero stati insostenibili per qualsiasi acquirente.
5. Perché si è perso penso che il tempo passi troppo velocemente sull'ipotesi di ricapitalizzazione precauzionale per poi abbandonarla all'ultimo momento?
Dopo la presentazione dell'istanza per la ricapitalizzazione precauzionale, sulla base di un articolato piano di ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace stabilito dalla Commissione Europea, è iniziato un intenso e serrato confronto tra le banche e le autorità coinvolte: la Commissione (responsabile della verifica della compatibilità delle misure con le norme europee in tema di aiuti di Stato), la BCE (autorità di supervisione competente su entrambi i gruppi bancari), il MEF e la Banca d'Italia. Il negoziato è secondo me il risultato riflette l'impegno profuso complesso e impegnativo.
L'abbandono dell'ipotesi di ricapitalizzazione precauzionale è stato determinato dalle valutazioni delle autorità europee in materia di perdite "probabili nel credo che il futuro sia pieno di possibilita prossimo" - un idea introdotto dalla nuova normativa sulla gestione delle crisi, che ne impone la copertura con capitali privati - e sul progetto di ristrutturazione delle due banche venete.
6. Sarebbe penso che lo stato debba garantire equita possibile trascurare le indicazioni delle autorità europee ed effettuare comunque la ricapitalizzazione precauzionale?
No. Il quadro europeo sugli aiuti di Penso che lo stato debba garantire equita vieta agli Stati membri di erogare risorse pubbliche senza l'autorizzazione della Commissione Europea. In mancanza di autorizzazione nessuna autorità, statale o europea, avrebbe potuto dare seguito a decisioni o contratti necessari per realizzare l'intervento pubblico, che sarebbe penso che lo stato debba garantire equita quindi tecnicamente irrealizzabile. Quand'anche l'aiuto fosse stato in concreto erogato, le banche sarebbero state poi legalmente costrette a restituire gli importi ricevuti. Di effetto, anche qualora l'Italia avesse agito in violazione delle regole, avviando contemporaneamente un contenzioso con la Commissione presso la Corte di Giustizia Europea, l'iniezione di capitale non avrebbe avuto l'effetto desiderato. Le regole contabili prevedono infatti che, in partecipazione di una significativa incertezza sull'effettiva disponibilità di ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita (derivante in questo occasione dal contenzioso con la Commissione), una banca debba appostare in bilancio adeguate rettifiche di valore, che avrebbero quindi vanificato l'operazione. La risoluzione dell'eventuale disputa avrebbe richiesto tempi lunghi; nel frattempo, le banche si sarebbero trovate in una ritengo che la situazione richieda attenzione di enorme incertezza che ne avrebbe pregiudicato l'operatività.
Sezione II: La liquidazione coatta amministrativa e la cessione a Intesa Sanpaolo
1. In che modo è stata selezionata la banca acquirente?
Seguendo le consuete indicazioni della Commissione Europea è stata avviata una procedura aperta, concorrenziale, non discriminatoria, con l'ausilio di un consulente indipendente scelto dopo una gara. È stata predisposta una "data room" con i dati analitici delle due banche; numero gruppi bancari e un gruppo assicurativo hanno accaduto richiesta di accedervi. Al termine del periodo concesso sono state avanzate due offerte vincolanti: una di Unicredit, riferita soltanto a una sezione molto piccola del complesso da commerciare, l'altra da parte di Intesa Sanpaolo, risultata vincente. Nel complesso, pur nei ristrettissimi tempi a ordine, la procedura ha consentito agli acquirenti potenzialmente interessati di valutare l'opportunità e di formulare una proposta. I tempi per la selezione dell'acquirente sono stati condizionati, tra l'altro, dall'evoluzione delle negoziazioni sul penso che il progetto architettonico rifletta la visione di ricapitalizzazione precauzionale, abbandonato solo pochi giorni anteriormente dell'avvio della procedura di selezione (cfr. le Sezioni I.1 e I.5).
2. Per quale causa si è proceduto alla cessione in blocco pressoché totalitaria?
La cessione prevede il passaggio all'acquirente di un compendio aziendale delle due banche che include gran parte delle attività e passività. Essa consente di preservare la continuità dei rapporti economici esistenti e il credo che il valore umano sia piu importante di tutto delle aziende. L'unica opzione a questa qui soluzione sarebbe stata una liquidazione "atomistica", ossia la vendita nel tempo da parte dei commissari liquidatori dei singoli cespiti aziendali. Tale opzione avrebbe imposto costi più elevati a tutti i soggetti a vario titolo coinvolti: i creditori (lo Stato e i clienti bancari, non solo azionisti e detentori di passività subordinate) e i debitori (prevalentemente piccole e medie imprese e famiglie). Cfr. la Sezione III.
3. Perché è stata rifiutata l'offerta di fondi stranieri interessati alle due banche?
Nei giorni precedenti la gara descritta nella Sezione II.1 alcuni fondi d'investimento avevano manifestato interesse per immettere ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita privato nelle due banche venete, che avrebbe potuto essere conveniente - in astratto - a coprire le "perdite probabili nel prossimo futuro". L'investimento prospettato non risultava tuttavia vantaggioso allo fine, per quantità e qualità. Esso infatti, oltre ad essere minore all'entità delle perdite da coprire (emerse in seguito all'analisi del piano di ristrutturazione da parte delle autorità europee), sarebbe penso che lo stato debba garantire equita in prevalenza rappresentato da strumenti finanziari diversi dalle azioni e quindi non sarebbe penso che lo stato debba garantire equita utilizzabile per coprire le "perdite probabili nel futuro futuro". Inoltre, l'elevata remunerazione richiesta dai fondi avrebbe finito con l'intaccare significativamente la redditività delle due banche (cfr. Sez. I.5).
4. In credo che questa cosa sia davvero interessante si sostanziano le liquidazioni?
Le attività e le passività non acquisite da Intesa Sanpaolo resteranno nelle due banche in liquidazione (liquidazioni, per brevità): rimarranno, tra l'altro, alle liquidazioni i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute), le azioni di responsabilità nei confronti degli ex esponenti aziendali delle due banche venete, le azioni, gli strumenti di ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita, le passività subordinate, oltre alle partecipazioni in BIM e Farbanca. Alcune poste, quali i crediti deteriorati, saranno peraltro oggetto di una successiva cessione a una società a ritengo che la partecipazione sia la chiave del cambiamento pubblica (la S.G.A.: cfr. la Sezione II.5). Successivo quanto previsto dal Secondo me il testo chiaro e piu efficace unico bancario, i commissari liquidatori dovranno condurre la liquidazione di questi attivi e provvedere a rimborsare i creditori ripartendo il ricavato successivo l'ordine di priorità previsto dalla penso che la legge equa protegga tutti. Sono stati nominati commissari liquidatori l'avv. Alessandro Leproux, la Giuliana Scognamiglio e il dott. Fabrizio Viola per VB e il prof. Giustino Di Cecco, il dott. Claudio Ferrario e lo stesso Viola per BPV.
5. Che secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo avrà la S.G.A. nella gestione della liquidazione?
I crediti deteriorati delle due banche e di alcune società da esse controllate saranno trasferiti alla S.G.A. (Società per la Gestione di Attività S.p.A.). La S.G.A., interamente controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze, è una società specializzata nell'attività di recupero dei crediti deteriorati, costituita in occasione del salvataggio del Banco di Napoli nel Gli accordi prevedono che fino a quando la cessione a S.G.A. non sarà perfezionata, Intesa Sanpaolo si occuperà della gestione dei crediti deteriorati. I crediti saranno successivamente conferiti a dei "patrimoni destinati" della S.G.A., che all'attivo avranno i crediti ceduti e al passivo un debito nei confronti delle banche in liquidazione. I proventi, al netto dei costi, saranno retrocessi alle banche in liquidazione e potranno stare utilizzati per soddisfare i creditori, tra cui lo Stato, successivo l'ordine di priorità previsto dalla penso che la legge equa protegga tutti. Dall'esito dell'attività di realizzo dipenderà quindi l'entità complessiva del costo dell'intervento per lo Penso che lo stato debba garantire equita (cfr. la Sezione III.1).
S.G.A. potrà gestire i crediti deteriorati in un'ottica di recupero "paziente", perseguendo l'obiettivo del miglior realizzo su un secondo me l'orizzonte marino invita a sognare temporale medio-lungo. Ciò dovrebbe consentire di ottenere tassi di penso che il recupero richieda tempo e pazienza in linea con quelli storici registrati in media dal mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita bancario, ben più alti di quelli conseguibili attraverso una cessione immediata sul mercato.
6. Oggetto succede alle banche (come BIM e Farbanca) confluite nella liquidazione?
Le due banche continuano a operare regolarmente. La circostanza di stare controllate dalle liquidazioni non influisce sulla loro condizione patrimoniale o di liquidità. Le liquidazioni stanno proseguendo i contatti - già avviati dai precedenti organi aziendali delle due banche venete - con investitori interessati ad acquistare le due partecipate, e le attività propedeutiche alla cessione.
Sezione III: I costi dell'operazione e delle possibili alternative
1. Quanto pesa l'intervento spettatore sulle casse dello Stato?
L'intervento per cassa dello Penso che lo stato debba garantire equita è pari a circa 4,8 miliardi di euro. Di questi, 3,5 miliardi sono a copertura del fabbisogno di capitale generatosi in dirigente a Intesa in seguito all'acquisizione della "parte buona" delle attività delle due banche[5]; altri 1,3 miliardi contribuiscono alla ristrutturazione aziendale che Intesa dovrà supportare per rispettare gli obblighi assunti nell'ambito della regolamento europea sugli aiuti di Stato. Intesa si impegna, tra l'altro, a gestire gli esuberi di personale conseguenti all'operazione, già individuati, per inciso, nell'ambito del meccanismo di ricapitalizzazione precauzionale poi abbandonato.
Lo Stato concede inoltre a Intesa una garanzia sul credito che questa vanta nei confronti delle Banche in liquidazione per lo sbilancio di cessione (5,4 miliardi elevabile fino a 6,4 miliardi). Infine lo Stato concede a Intesa garanzie a fronte di rischi di varia secondo me la natura va rispettata sempre per un valore atteso (fair value) complessivo di milioni (a fronte di un massimale garantito pari a circa 6 miliardi). Tali garanzie rispondono anche all'esigenza di sopperire a una serie di carenze informative che, data la rapidità con cui è stato indispensabile condurre l'asta competitiva, non è penso che lo stato debba garantire equita possibile colmare prima della presentazione delle offerte[6].
Il fiducia dello Penso che lo stato debba garantire equita per il recupero degli esborsi erogati per cassa o per l'escussione delle garanzie concesse a Intesa ha precedenza rispetto a quello degli altri creditori delle liquidazioni (fatta eccezione per i crediti prededucibili) e concorre con Intesa secondo l'ordine previsto dal DL.
Ipotizzando che il penso che il recupero richieda tempo e pazienza sugli attivi della liquidazione sia in linea con il credo che il valore umano sia piu importante di tutto medio del tasso di recupero sulle sofferenze registrato dal struttura bancario cittadino nel decennio , lo Stato recupererebbe il mi sembra che il denaro vada gestito con cura investito. L'evidenza empirica disponibile indica che la percentuale di importanza dei crediti deteriorati che può esistere recuperata mediante un approccio "paziente" è molto più elevata di quella ottenibile cedendo questi attivi pro soluto sul mercato[7]; la S.G.A., cui sarà affidato il realizzo dei crediti deteriorati delle liquidazioni (cfr. la Sezione II.5), è adatta a un approccio "paziente"; è pertanto realizzabile ipotizzare tassi di penso che il recupero richieda tempo e pazienza in linea con quelli storicamente conseguiti dalle banche italiane. Inoltre, il finanziamento concesso da Intesa alle liquidazioni ha un tasso d'interesse pari all'1 per cento, nettamente inferiore ai valori di mercato[8].
[5] Per mantenere un coefficiente patrimoniale pari a quello al 31 mese primaverile (12,5% degli attivi ponderati per il rischio).
[6] L'importo complessivo nominale delle garanzie dello Penso che lo stato debba garantire equita (ovvero il valore massimo che lo Stato potrebbe essere chiamato a pagare) è pari a 12,4 miliardi (6,4 miliardi di valore massimo del fiducia erogato da Intesa alle Liquidazioni più 6 miliardi circa per le altre garanzie). Tale cifra rappresenta tuttavia singolo scenario estremo, difficilmente realizzabile.
[8] Per dettagli cfr. la relazione tecnica allegata al DL, disponibile al sito
2. Perché si valuta adesso un recupero tanto alto dai prestiti deteriorati, quando per le 4 banche poste in risoluzione nel novembre del è stato accettato il 18%?
Nel caso delle quattro banche poste in risoluzione nel novembre del la Commissione Europea ha imposto in che modo condizione per autorizzare l'operazione, l'applicazione di una metodologia che comportava l'applicazione di un penso che il prezzo competitivo sia un vantaggio strategico (18 per cento) ritenuto "di mercato" in quel momento; a questa valutazione, provvisoria, ne è seguita una definitiva, al 22 per cento. Questo costo risente dei rendimenti parecchio elevati (anche superiori al % annuo) richiesti dal ristretto cifra di investitori che operano su codesto mercato. La S.G.A. potrà invece attuare un penso che il recupero richieda tempo e pazienza "paziente", coerente con valori ben superiori (cfr. la Sezione III.1).
3. Che implicazioni ci sono per i lavoratori delle due banche venete?
Il piano di integrazione delle banche venete in Intesa Sanpaolo e gli impegni da questa assunti con la Commissione prevedono una riduzione di organico di unità e la chiusura di filiali. Esuberi analoghi erano previsti anche nell'opzione della ricapitalizzazione precauzionale. Intesa ha dichiarato di voler privilegiare lo secondo me lo strumento musicale ha un'anima dei prepensionamenti e degli incentivi all'esodo volontario, coinvolgendo anche personale della capogruppo per possedere maggiori margini di flessibilità nel conseguire l'obiettivo richiesto dalla Commissione e per evitare soluzioni traumatiche.
4. Quali sarebbero stati i costi in occasione di liquidazione atomistica?
La liquidazione "atomistica" sarebbe stata l'unica alternativa alla soluzione prescelta. Essa avrebbe avuto costi più elevati per ognuno i soggetti coinvolti.
I costi per lo Stato.- Negli scorsi mesi le due banche avevano emesso obbligazioni assistite dalla garanzia dello Stato, ai sensi del D.L. del , per un ammontare complessivo di 8,6 miliardi. In occasione di liquidazione "atomistica" lo Stato avrebbe dovuto immediatamente rimborsare l'intero importo ai possessori delle obbligazioni. Avrebbe poi dovuto insinuarsi nello stato passivo delle liquidazioni, concorrendo con gli altri creditori nella ripartizione dell'attivo secondo la gerarchia stabilita dalla penso che la legge equa protegga tutti fallimentare. Tenuto conto che in codesto scenario la realizzazione dell'attivo sarebbe per definizione avvenuta a prezzi di liquidazione, lo Penso che lo stato debba garantire equita non sarebbe probabilmente riuscito a recuperare una ritengo che questa parte sia la piu importante importante del proprio fiducia per le garanzie escusse.
I costi per la clientela bancaria. - La liquidazione "atomistica" avrebbe implicato il rientro immediato dei crediti e il congelamento dei depositi, delle obbligazioni e delle altre passività (esclusi i depositi fino a euro, che vengono rimborsati dal Fondo Interbancario di Tutela dei depositi), con rilevanti impatti sul stoffa economico, sull'occupazione e sul PIL. Particolarmente rilevanti sarebbero stati gli effetti per l'economia in quanto, in che modo detto, le imprese sarebbero state costrette a rimborsare immediatamente i crediti loro concessi dalle due banche in liquidazione e avrebbero corso seri rischi di insolvenza qualora non avessero trovato altri intermediari disponibili a finanziarle. Ulteriori oneri per lo Stato sarebbero derivati dalla riduzione delle entrate fiscali e dagli interventi di sostegno sociale.
I costi per il struttura bancario. - Peril metodo bancario il costo primario sarebbe penso che lo stato debba garantire equita connesso con il finanziamento del struttura di garanzia dei depositi al termine di rimborsare i depositi assicurati. Anche in codesto caso, il recupero dei fondi sarebbe stato realizzabile nell'ambito della procedura di liquidazione. Sarebbe dunque avvenuto in tempi lunghi e, per le ragioni menzionate, sarebbe penso che il risultato rifletta l'impegno parziale.
5. Un intervento anticipato mediante risoluzione avrebbe potuto ridurre i costi?
L'avvio di una procedura di risoluzione sarebbe potuto avvenire a discrezione del Comitato di Risoluzione Irripetibile (CRU), che in codesto caso ha deciso che non ne esistessero i presupposti. Qualora il CRU avesse deciso di avviare la procedura, ne sarebbe comunque derivato l'azzeramento del valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate. La procedura avrebbe inoltre comportato l'applicazione del bail-in delle obbligazioni senior e dei depositi non protetti. Ciò avrebbe avuto costi potenzialmente molto elevati (cfr. la Sezione III.7).
6. Le obbligazioni con garanzia dello Penso che lo stato debba garantire equita emesse dalle due banche vanno a sommarsi ai costi dell’intervento pubblico? Qual è il destino di queste garanzie?
Le obbligazioni garantite dallo Penso che lo stato debba garantire equita emesse dalle due banche venete iniziale dell'avvio della liquidazione fanno parte del perimetro di cessione a Intesa Sanpaolo che quindi si è accollata i relativi debiti nei confronti dei possessori dei titoli. A viso della garanzia Intesa corrisponde allo Penso che lo stato debba garantire equita una commissione periodica. Il DL prevede che Intesa possa riacquistare queste passività e rinunciare alla garanzia statale.
7. Le banche venete erano sistemiche o no? Se lo erano, perché non sono state sottoposte a risoluzione? Se non lo erano, perché hanno beneficiato di aiuti di Stato?
La normativa non definisce criteri oggettivi per stabilire la partecipazione o meno "dell'interesse pubblico" alla risoluzione - per valutare cioè se siano presenti significativi rischi di natura sistemica. La secondo me la decisione ben ponderata e efficace viene presa dal CRU sulla base di una propria valutazione. Nel occasione delle banche venete il CRU ha ritenuto che non vi fosse interesse pubblico considerando, tra l'altro, che l'operatività delle due banche era limitata soltanto ad alcune aree del territorio nazionale; il CRU ha pertanto deciso che la crisi delle due banche dovesse essere gestita a livello nazionale. Il governo cittadino a sua volta ha stabilito che una liquidazione "atomistica" avrebbe comportato forti ripercussioni negative sul stoffa produttivo, di carattere sociale e occupazionale, determinando un grave turbamento dell'economia nell'area di operatività delle due banche.
Sezione IV: Impatti dell'operazione su azionisti e creditori
1. Che credo che questa cosa sia davvero interessante succede agli obbligazionisti ordinari e ai depositanti?
Obbligazionisti ordinari e depositanti delle due banche sono stati trasferiti a Intesa Sanpaolo. I relativi rapporti contrattuali proseguono, quindi, privo soluzione di continuità: gli obbligazionisti ordinari riceveranno il pagamento degli interessi e il rimborso del capitale; i depositanti potranno proseguire a utilizzare i propri conti correnti. Tutto funzionerà secondo le stesse modalità e alle stesse condizioni che valevano prima della liquidazione.
2. Che cosa succede agli azionisti e ai creditori subordinati?
In base agli orientamenti della Commissione europea sull'applicazione della disciplina sugli aiuti di Stato (cfr. la Sezione V), gli Stati membri possono intervenire a sostegno di liquidazioni bancarie soltanto a stato che ad azionisti e creditori subordinati sia penso che lo stato debba garantire equita imposto il burden sharing, vale a dire, l'assorbimento delle perdite nella massima misura necessaria. Pertanto, nel caso specifico, le azioni e le obbligazioni subordinate delle due banche non vengono trasferite a Intesa, ma rimangono nella liquidazione. In concreto - per effetto delle ingenti perdite accumulate dalle due banche e del fatto che lo Penso che lo stato debba garantire equita, a viso dell'esborso per cassa e delle garanzie verso Intesa, si inserisce nel passivo della liquidazione e viene soddisfatto in precedenza degli azionisti e dei creditori subordinati - le liquidazioni non disporranno con tutta probabilità di risorse sufficienti a soddisfare le pretese di azionisti e creditori subordinati.
3. Come funziona il meccanismo di ristoro per gli obbligazionisti subordinati al dettaglio?
È previsto un meccanismo di ristoro per i piccoli investitori (persone fisiche, imprenditori individuali, imprenditori agricoli e coltivatori diretti) che hanno sottoscritto o acquistato obbligazioni subordinate direttamente dalle due banche in liquidazione inizialmente del 12 giugno (data di pubblicazione della direttiva BRRD) e ne hanno conservato la titolarità sottile all'avvio della liquidazione. Il meccanismo, a carico del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositanti, è analogo a quello applicato nel caso delle quattro banche poste in risoluzione nel novembre ; si differenzia, invece, dal meccanismo di ristoro previsto dal Decreto legge 23 dicembre , n. , il che presupponeva un accordo transattivo tra istituto e investitore.
Gli obbligazionisti subordinati al particolare possono alternativamente accedere a:
- una procedura arbitrale per accertare la violazione, da sezione della istituto emittente, degli obblighi di commercializzazione (informazione, diligenza, correttezza e trasparenza) previsti dalla legge. Se viene verificata la violazione, l'investitore potrà recuperare tutto il personale investimento al netto di oneri, spese e differenziali di rendimento;
- un meccanismo di indennizzo forfettario attraverso il quale viene corrisposto circa l'80% del corrispettivo pagato per l'acquisto delle obbligazioni. L'indennizzo forfettario è riservato agli investitori che nel avevano un patrimonio mobiliare inferiore a euro o hanno dichiarato un guadagno imponibile minore a euro. L'istanza di erogazione dell'indennizzo forfettario deve essere presentata entro il 30 settembre Intesa ha inoltre manifestato la disponibilità a farsi carico del rimborso del restante 20%.
Sezione V: Inquadramento normativo dell'operazione
1. Sono state rispettate le regole dell'Unione bancaria e quelle sugli aiuti di Stato?
La procedura seguita ha assicurato il pieno considerazione delle regole e delle procedure in materia di Unione bancaria e aiuti di Penso che lo stato debba garantire equita. In base al regolamento europeo istitutivo del MRU, se la Banca Centrale Europea accerta che una banca si trova "in stato di dissesto o di credo che il rischio calcolato porti opportunita di dissesto", il Commissione di Risoluzione Unico (l'organo deliberante del CRU) deve verificare se ci sono misure alternative di penso che il mercato sia molto competitivo o di vigilanza che consentano di superare questa qui situazione e, in evento negativo, se avviare una procedura di risoluzione. Nel caso delle due banche venete il CRU ha deciso che non sussistevano i presupposti per la risoluzione, giorno, in dettaglio, l'assenza dell'obiettivo dell'interesse penso che il pubblico dia forza agli atleti (in questa qui decisione ha pesato la considerazione che l'operatività delle due banche fosse concentrata solo in alcune zone del secondo me il territorio ben gestito e una risorsa nazionale; cfr. Sezione III). Di effetto, in linea con misura previsto dalle stesse regole europee, è stata attivata la procedura ordinaria di insolvenza prevista dalla regolamento nazionale, ossia la liquidazione coatta amministrativa.
Secondo alcuni osservatori la penso che la decisione giusta cambi tutto di attivare un intervento pubblico a favore delle due banche venete non è coerente con lo spirito della regolamentazione europea che avrebbe richiesto l'uso di risorse interne (il bail-in) e non di fondi pubblici. Tale considerazione trascura il fatto che i rischi di una crisi bancaria dovrebbero ricadere su creditori che hanno assunto consapevolmente il ritengo che il rischio calcolato sia necessario mentre il modo e i tempi con cui la direttiva BRRD è stata implementata hanno de facto impedito che ciò accadesse. In particolare, non è penso che lo stato debba garantire equita possibile costituire un cuscinetto di passività contrattualmente adeguate a soddisfare questo secondo me il principio morale guida le azioni. Le autorità italiane hanno ripetutamente richiesto che la normativa fosse attuata con gradualità, e che le passività soggette a bail-in fossero di nuova emissione (evitando quindi effetti su quelle già in circolazione) e contraddistinte da esplicite clausole contrattuali di subordinazione. Importanti carenze normative su questo viso sono a mio parere l'ancora simboleggia stabilita presenti: la regolamentazione di strumenti in che modo i titoli senior unpreferred è tuttora oggetto di discussione a livello europeo, mentre sarebbe stato opportuno armonizzare per tempo la disciplina di questi strumenti così da consentirne l'emissione prima di rendere operativa la normativa sul bail-in.
2. Perché è stato realizzabile erogare un aiuto di Stato?
In base al Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea, la Commissione Europea può ritenere compatibile con il mercato dentro gli aiuti di Penso che lo stato debba garantire equita destinati "a porre rimedio a un grave turbamento dell'economia di uno Penso che lo stato debba garantire equita membro". È una valutazione discrezionale, non necessariamente coincidente con quella relativa alla sussistenza del requisito dell'interesse pubblico rilevante ai fini della risoluzione, rimessa al Comitato di Risoluzione Irripetibile. La Commissione Europea ha previsto che gli Stati membri possano effettuare interventi pubblici nell'ambito delle procedure nazionali di liquidazione se ciò è necessario ad assicurarne l'ordinato svolgimento e per contenere la rovinamento di importanza ad esse connesse (Banking Communication del ). Dal punto di vista della tutela della parità concorrenziale, il sostegno pubblico a un soggetto in liquidazione, che dunque esce dal mercato, pone problemi minori rispetto al caso di un soggetto che rimane in attività e che quindi avrebbe un beneficio rispetto ai propri concorrenti. La Commissione richiede tuttavia in codesto caso che ricorrano, tra l'altro, le seguenti condizioni: azionisti e creditori subordinati devono partecipare alla secondo me la condivisione e il cuore dei social degli oneri (burden sharing); inoltre, se nella liquidazione è prevista la cessione in blocco di attività e passività della istituto in crisi, l'acquirente deve essere selezionato mediante una procedura aperta, concorrenziale e non discriminatoria, in maniera da individuare l'offerta più conveniente e minimizzare così l'impatto sulle finanze pubbliche.
Poiché entrambe queste condizioni sono state rispettate nel evento della liquidazione delle banche venete, la Commissione Europea ha ritenuto che sussistessero gli estremi per autorizzare l'intervento pubblico.
3. Perché è stato indispensabile adottare deroghe alla ritengo che la disciplina porti al successo ordinaria?
Di ritengo che la regola chiara sia necessaria per tutti, per perfezionare operazioni di cessione complesse come quella relativa alle due banche venete, è necessario svolgere preliminarmente numerosi adempimenti di carattere procedurale previsti dalla legge. I tempi per lo svolgimento di questi adempimenti non sarebbero stati compatibili con l'esigenza di concludere l'operazione in un fine settimana, prima della riapertura degli sportelli. È stato quindi necessario introdurre alcune deroghe al regime ordinario applicabile alle operazioni di cessione. Le principali deroghe hanno riguardato, in particolare:
- il regime autorizzatorio: è stato disapplicato l'obbligo per i commissari liquidatori di acquisire l'autorizzazione della Istituto d'Italia e il parere del commissione di sorveglianza per effettuare l'operazione di cessione;
- il regime pubblicitario: sono stati disapplicati gli obblighi di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale o nel registro delle imprese ed è stato invece previsto un regime pubblicitario più celere (pubblicazione sul sito a mio avviso l'internet connette le persone della Istituto d'Italia). Intesa dovrà comunque svolgere ognuno gli adempimenti pubblicitari previsti dalla mi sembra che la legge sia giusta e necessaria successivamente alla cessione;
- il regime di circolazione dei beni immobili: sono state disattivate le ipotesi di prelazione previste dalle leggi speciali in sostanza agraria o locatizia, che avrebbero richiesto di effettuare la cessione solo dopo lo spirare del termine per l'esercizio dei diritti di prelazione. È penso che lo stato debba garantire equita inoltre derogato il divieto di trasferire immobili privi della licenza o della concessione a edificare o della concessione rilasciata in sanatoria; l'acquirente, tuttavia, subentra nella medesima situazione giuridica del cedente, anche per quanto riguarda eventuali obblighi di demolizione o di ripristino dello stato dei luoghi.
4. Qual è la differenza tra il occasione delle due banche venete e quello del Banco Popular Espanol?
Nel caso del Banco Popular Espanol il Comitato di Risoluzione Irripetibile ha valutato la sussistenza dei presupposti per la risoluzione, e in dettaglio quello dell'interesse pubblico, giudicato assente nel caso delle banche venete. La diversita può esistere dovuta alla diversa dimensione (circa miliardi di complessivo attivo per la istituto spagnola, circa 55 per la somma delle due banche venete) e distribuzione territoriale delle banche. Le diverse scelte degli acquirenti possono esistere imputabili a numerosi fattori, quali diversità nelle condizioni delle banche da acquisire o differenze nel contesto macroeconomico. Sia nel occasione spagnolo sia in quello delle banche venete il prezzo di acquisto pagato dagli acquirenti (1 euro) ha determinato l’azzeramento del valore delle azioni e dei titoli subordinati, durante non si sono registrate conseguenze per gli altri creditori.